Acqua e rifiuti

I sindaci chiamati ad eleggere il consiglio direttivo di Arrical, ma la legge elettorale fa acqua da tutte le parti

I primi cittadini delle città capoluogo e di Lamezia e Corigliano Rossano sono membri di diritto. Gli altri 33 verranno eletti con un sistema machiavellico e pieno di contraddizioni. Le elezioni dopo due anni dalla nascita dell'agenzia

di Massimo Clausi
20 settembre 2024
20:23

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Finalmente i sindaci si riprendono quello che è loro ovvero la competenza sulla pianificazione dei settori acqua e rifiuti. Per il prossimo 29 settembre, infatti, sono previste le elezioni dei 40 membri del consiglio direttivo di Arrical (l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria), l’agenzia nata con la legge regionale n° 10 del 2022. Praticamente una delle prime produzioni legislative di questa legislatura.

Diciamo finalmente perché l’agenzia, che ha svolto un laborioso iter burocratico per mettere ordine ad un settore polverizzato in mille soggetti, è retta dal 22 aprile 2022 dal commissario, ingegner Bruno Gualtieri. Dopo due anni quindi si ripristinano i normali organi societari sia pure attraverso un meccanismo elettorale a dir poco machiavellico. Proviamo a spiegarlo.


I sindaci sono chiamati in realtà a eleggere 33 membri perché sette di loro partecipano di diritto. Sono quelli dei cinque capoluoghi di provincia più le due grandi città di Corigliano Rossano e Lamezia Terme. Partiamo subito col dire che non esiste, come nel caso delle elezioni provinciali, un voto ponderato in base alla grandezza del comune, ma vige l’uno vale uno.

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Per evitare però che le piccole realtà, che obiettivamente hanno problemi peculiari, vengano fagocitate dalle più grandi, i comuni sono stati divisi per fasce in base agli abitanti. Fascia a) per popolazione superiore a 15.000 abitanti; b) popolazione compresa tra 10.001 e 15.000 abitanti; c) popolazione compresa tra 5.001 e 10.000 abitanti; d) popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti; e) popolazione minore o uguale a 1.000 abitanti.  Ogni Comune, in base alla grandezza voterà in un'apposita urna.

Le votazioni avvengono su base provinciale per cui, in base ad uno schema, contenuto nel decreto n° 44 del primo agosto scorso del presidente Occhiuto, ogni provincia è chiamata ad eleggere un certo numero di membri in base alla popolazione.

Però qui appare già un primo mistero. Questo complesso meccanismo è infatti definito dalla legge istitutiva dell’Arrical e in particolare dall’articolo 8. Il comma 3 di questo articolo recita così: "Nel caso in cui un comune sia l’unico appartenente a una delle fasce demografiche [...], esso fa parte di diritto del consiglio direttivo d’ambito. Il comune appartenente a una fascia demografica [...] priva di rappresentanza, concorre all’elezione del rappresentante unitamente ai comuni facenti parte della fascia demografica immediatamente inferiore”. Se guardiamo però alla provincia di Crotone notiamo come, ad esempio, il comune di Isola Capo Rizzuto abbia 17.673 abitanti. A norma di legge, essendo l’unico comune di questa grandezza, dovrebbe vedersi assegnato un membro di diritto. Invece è stato messo nella fascia inferiore insieme a Cirò Marina che di abitanti ne ha poco più di 14mila. Insieme questi due comuni, che contano 31mila abitanti, dovranno eleggere un rappresentante. I Comuni crotonesi che hanno fra i 5000 e i 10.000 abitanti, che sommati insieme rappresentano una popolazione superiore ai 40mila, non eleggeranno alcun membro.

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Contraddizioni simili si trovano anche in provincia di Catanzaro. I Comuni fra i 5000 e i 10mila abitanti, che sommano oltre 57mila abitanti, eleggeranno ben tre rappresentanti in seno all’organo direttivo. I Comuni fra i mille e i cinquemila, che sommano oltre 119mila abitanti, ne eleggono solo uno. Come quelli fra 1 e mille abitanti, che sommano solo 12mila residenti.

Come detto, quindi, un meccanismo machiavellico che secondo i più maliziosi è stato studiato a tavolino per consentire al centrodestra, che difetta di sindaci, di avere comunque una maggioranza in seno all’organo direttivo. Ipotesi poco credibile perché in fondo non si capisce bene a quali funzioni è chiamato questo organo che al suo interno dovrà eleggere un presidente. Il direttore generale, per legge, è di competenza del presidente della giunta regionale. Il commissario Gualtieri ha già individuato il gestore in Sorical con un decreto dirigenziale. Le tariffe vengono stabilite da Arera. Viste in quest’ottica le elezioni del 29 sembrano solo un esercizio di stile. 

Giornalista
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