Abbandonano l’aula a seduta in corso, i 5 consiglieri di opposizione, e il consiglio comunale di Taurianova si conferma un caso straordinario di incomunicabilità nel centro destra. Al sindaco leghista Roy Biasi, indifferente alle sollecitazioni con cui la minoranza gli chiedeva di non procedere con il 4° punto all’ordine del giorno – la contestata riforma dello Statuto – hanno replicato, disertando il resto della seduta, i consiglieri Nello Stranges e Daniele Prestileo, capigruppo rispettivamente di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Sponda politica sui generis, quella creata con il consigliere del Pd, Simone Marafioti, e il collega e segretario regionale di Azione, Fabio Scionti, insieme sull’Aventino mentre la maggioranza votava il punto.

Era stato Stranges a chiedere inutilmente di soprassedere, per una riforma che «è illiberale – ha attaccato Prestileo – perché impedisce la risposta immediata alle interpellanze», con Scionti che rivelava l’intenzione di «proteggere agli assessori che ora avranno un mese di tempo per prepararsi e rispondere». Era stato Biasi a riscaldare gli animi in aula, definendo «un abuso di democrazia» il vecchio sistema «che ci costringeva a bloccare per ore e ore il Consiglio per rispondere a questioni trite e ritrite». Proprio l’epressione usata dal primo cittadino per difendere il cambiamento, aveva dato fuoco alle polvere.

Biasi e Stranges si sono scambiati accuse di familismo, con il capogruppo di Forza Italia che aveva invitato i carabinieri – in servizio nell’aula – a prendere atto della propria volontà di denunciare il sindaco. Toni accesissimi, quindi, pure sulla questione relativa all’incontro che gli amministratori hanno avuto con i delegati della ditta Avr, per discutere dell’eventuale subentro di un’altra azienda nel servizio di raccolta dei rifiuti, e sulla crisi idrica di cui soffre la città. «No – ha dichiarato Biasi alla fine dei lavori – non mi sento politicamente accerchiato. Ho deciso di affrontare questa avventura amministrativa con persone che condividevano il mio progetto, e grazie a loro mi sento un sindaco politicamente libero».