Il numero uno di Italia Viva ha ufficializzato l’intesa elettorale anticipando la conferenza stampa congiunta: «Abbiamo deciso di provarci. Il 25 settembre troverete sulla scheda elettorale anche questa possibilità»
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Tanto tuonò che piovve. In un’estate che continua ad essere caldissima ma viene anche caratterizzata da una crescente instabilità atmosferica, la politica si adegua. Così, dopo i continui rumors, si è arrivati al punto fermo: l’accordo elettorale tra il leader di Azione, Carlo Calenda, e quello di Italia Viva, Matteo Renzi, è cosa fatta.
"Enrico stai sereno": la nemesi di Letta
Nel giorno della verità sulla nascita di quello che viene definito Terzo polo, si sancisce ufficialmente l’intesa elettorale che porterà i due nemici-amici a correre insieme alle Politiche del 25 settembre. Si delinea così definitivamente il quadro delle forze in campo, con grande rammarico di Enrico Letta che ha visto Calenda sfilarsi dall’alleanza con il Partito democratico dopo un’intesa che ha retto solo 4 giorni. Un epilogo che inevitabilmente richiama alla mente la nemesi del segretario nazionale dem, quel “Enrico stai sereno” che Renzi pronunciò poco prima di scalzarlo alla guida di Palazzo Chigi. Anche stavolta c’è probabilmente lo zampino del leader di Iv in quella che appare come una sconfitta di Letta, costretto a fare a meno di Calenda, nonostante il suo reale peso elettorale sia tutto da verificare.
Se son rose fioriranno... ma quante spine?
Calenda nella mattinata di ieri aveva affermato che l'intesa con Renzi «sulle cose di fondo» era stata ormai raggiunta. Ma in serata era tornato ad ostentare cautela: «Ormai sono molto prudente, m'è saltato un matrimonio poco tempo fa... A parte le battute spero nell'accordo». Anche Matteo Renzi aveva preso tempo: «Se son rose fioriranno». E in effetti sono fiorite. Ora bisogna capire se ci saranno più petali o spine.
Renzi anticipa la conferenza stampa congiunta
L’ex premier spande ottimismo e cerca di galvanizzare chi guarda con curiosità alla nascita della nuova forza politica. «Tutti parlano da giorni di “Terzo Polo”. Ma che cosa si nasconde davvero dietro questa sigla burocratica? – ha scritto poco fa sui social, anticipando l'attesa conferenza stampa congiunta - Una casa nuova, bella, che riaccenda la passione per la politica e la speranza dell’Italia. Una proposta concreta, competente, seria sul lavoro, sull’ambiente, sulle tasse, sulla cultura, sul sociale. E sulla posizione internazionale dell’Italia, tema fondamentale in questo tempo di crisi. Costruire una casa simile non è facile, ma è possibile. E forse è persino doveroso in un momento nel quale sovranisti e populisti giocano a chi la spara più grande. E nel momento in cui tutte le altre forze politiche - tutte, di destra e di sinistra - imbarcano in coalizioni contraddittorie chi ha fatto cadere Draghi. Facendo male all’Italia».
Il Terzo polo avrà la faccia di Calenda
Poi l’ufficializzazione dell’accordo: «Abbiamo deciso di provarci. Il 25 settembre troverete sulla scheda elettorale anche questa possibilità: non accontentatevi dei meno peggio, mandate in Parlamento persone di qualità. Per costruire una casa nuova ci vuole un pizzico di follia, e quella non manca. Ci vuole l’entusiasmo, che in queste settimane è stato addirittura straripante. E ci vuole anche tanta generosità. Perché consentire a un progetto di partire richiede anche che qualcuno sappia fare spazio e non pretendere ruoli. Per questo lascio volentieri che sia Carlo Calenda a guidare la campagna elettorale». Insomma, il leader di Azione sarà il frontrunner del Terzo polo, una decisione strategica ora attesa alla prova dei fatti.
«Talvolta abbiamo discusso, lo sapete – continua Renzi -, ma i punti che ci uniscono sono molti di più di quelli che ci dividono. Chi ci crede deve fare di tutto per unire, non per dividere. E io ci credo. Per questo faccio il primo passo con il sorriso: perché so che sarete in tanto a camminare con noi».
Infine, l’appello ai suoi: «Dico alla comunità di Italia Viva: adesso tutti al lavoro con Carlo e gli amici di Azione per salvare l’Italia dai sovranisti e dai populisti. A testa alta, a viso aperto. Ci siamo riusciti con Draghi quando non ci credeva nessuno, riproviamoci adesso».