VIDEO | La cancellazione è passata in Commissione giustizia del Senato anche con i voti di Italia Viva. Pd e Ms5 all'attacco eppure ma la novità è stata accolta con favore anche dai primi cittadini di centrosinistra. Ecco cosa ne pensano quello di Cosenza e il presidente di Anci Calabria
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In Commissione Giustizia del Senato è passato anche con i voti dei renziani, ma l’accordo tra il Governo e Italia Viva sembra già impacchettato e pronto a superare il voto delle Camere anche col benestare di Azione. L’indirizzo è netto: cancellare il reato di abuso d'ufficio come prevede l’articolo 1 del ddl Nordio.
Sull’argomento esultano i partiti di maggioranza che hanno respinto anche tutti gli emendamenti del centrosinistra. Per il Pd con l’eliminazione definitiva dell'abuso d'ufficio resteranno senza sanzioni tante condotte prevaricatrici di pubblici funzionari compiute insieme a singoli cittadini. Sulle barricate anche il M5s secondo cui si diminuisce il potere di indagine della magistratura sui reati dei colletti bianchi.
Franz Caruso: «Uso eccessivo da Mani Pulite in poi»
All’interno del centrosinistra, tuttavia, la novità è stata accolta con grande favore dai sindaci attualmente in carica. L’esempio lampante è Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro, coordinatore dei sindaci dem e presidente di ALI-Autonomie Locali Italiane. Da Cosenza così Franz Caruso che, fermo restando la sua battaglia contro le destre, considera quanto accaduto al Senato un fatto positivo.
«Sono assolutamente d’accordo nell’abolizione del reato, era una norma penale in bianco che lasciava ampia discrezionalità all’interprete - ha detto -. Come sindaco ritengo che ci siano stati eccessi per indagare nell’attività amministrativa degli Enti. Un avviso di garanzia interrompe le carriere politiche e una condanna di primo grado comporta la sospensione del primo cittadino, ma poi il 99% dei processi per abuso d’ufficio termina con delle assoluzioni. Paura della ratifica sugli atti pubblici? Un po’ sì, tanto che ci sono stati casi in cui dei dirigenti non hanno apposto delle firme. Ripeto: da Mani Pulite in poi c’è stato un uso eccessivo, questo nonostante esistano le norme per contrastare in maniera efficace le irregolarità».
Succurro: «Segnale di civiltà verso i sindaci»
Soddisfatta della piega presa in Parlamento Rosaria Succurro. La presidente della Provincia di Cosenza è anche sindaca di San Giovanni in Fiore e numero uno dell’Anci Calabria, che a livello nazionale si batteva da tempo per rivedere la norma che disciplina il reato di abuso d’ufficio
«Sono favorevole a ridefinire, delimitandolo, il reato di abuso di ufficio, che, stando ai dati reperibili, finora ha ingolfato Procure e tribunali, con una percentuale elevatissima di casi di archiviazione e, in più circostanze, con la parallela delegittimazione della politica da parte dell’opinione pubblica», ha spiegato ai nostri microfoni.
«Come presidente dell’Anci Calabria e come sindaco - ha aggiunto - comprendo benissimo la posizione dell’Anci, condivisa dalla quasi totalità dei sindaci italiani, contrari all’attuale definizione di questo reato. I primi cittadini, infatti, spesso si trovano a dover rispondere di presunto abuso d’ufficio, pur senza aver commesso atti moralmente e penalmente punibili. Ricalibrare l’abuso d’ufficio sarebbe peraltro un segnale di civiltà, confermativo dell’importanza del ruolo, del lavoro e dell’impegno quotidiano di noi sindaci, che va avanti malgrado la carenza di risorse nei Comuni. Oltretutto, significherebbe l’affermazione di una diversa cultura dei diritti, di una differente coscienza pubblica, finora condizionata da un giustizialismo estremo, irrazionale e spesso strumentale».
«Negli ultimi trent’anni e passa - ha concluso - la cultura politica e la mentalità del nostro Paese sono state segnate dall’idea che la giustizia penale debba occupare sempre più spazio nella vita delle persone, controllandola, disciplinandola e indirizzandola. È vero il contrario, cioè che è più matura e sana una società meno dipendente dal Codice penale. Noi sindaci abbiamo bisogno di tranquillità e fiducia, perché siamo il punto di riferimento dei territori e siamo l’espressione più diretta della volontà degli elettori. Riguardo alla riforma sull’abuso d’ufficio, mi auguro che anche in Parlamento il dibattito tenga conto della realtà e superi impostazioni ideologiche che non giovano ad alcuno».