In piazza XI Settembre l’ex numero uno del Partito democratico ha lanciato il suo monito: «Occhio a dove mettete la croce, perché poi la croce la dovete portare voi»
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Sarà la presenza di Pierluigi Bersani ma in piazza XI settembre a Cosenza spirava una brezza di nostalgia. A partire da quel segretario con cui tutti hanno appellato Bersani. Da Giuseppe Mazzuca a Vittorio Pecoraro ognuno ha tirato fuori un aneddoto sul segretario. E forse proprio questa nostalgia ha spinto tutti a toccare le corde dell'orgoglio di una storia che ha radici lontane.
Pecoraro ha ricordato i grandi riformisti di questa terra da Gullo a Mancini e sottolineato le battaglie sociali del centrosinistra sul salario minimo, la settimana corta, il reddito di cittadinanza. Anche Enza Bruno Bossio è andata giù squadrata illustrando il voto di fine settembre come una sorta di referendum, fra il rosso e il nero. "Il rosso del progresso e della giustizia sociale e il nero oscurantista e fascista". Un concetto ripreso da Nico Stampo che ha attaccato i pilastri principali del programma elettorale del centrodestra ovvero la flat tax e l'autonomia differenziata, due provvedimenti che rischiano di spaccare il Paese e dare un colpo mortale al Sud.
Bersani, con la sua voce piana ma incalzante, ha strutturato il discorso in due parti. Nella prima ha spiegato cos'è oggi la destra in Italia, nella seconda cosa rappresenta invece il centrosinistra.
Per Bersani il centrodestra è in vantaggio perché dopo aver litigato per tre anni improvvisamente «si sono ammucchiati e vista la legge elettorale questo è un punto di vantaggio». Diversamente il famoso campo progressista si è sciolto come neve al sole in pochi giorni. Il secondo elemento è la sfiducia della gente nella politica che porta a ragionamenti di questo tipo «le abbiamo provate tutte, proviamo anche lei - ha detto Bersani dal palco - ma attenzione a dove si mette la croce perché poi ti tocca anche portarla».
La croce per gli italiani rischia di essere pesantissima. Bersani tira fuori dalla giacca un appunto: è un emendamento a firma Meloni e Lollobrigida sull'aliquota unica dell'Irpef. «Queste cose il centrodestra non le pensa, l vuole fare come dimostrano atti parlamentari come questo. In questi anni siamo riusciti a frenarli ma oggi ci serve il sostegno degli italiani».
Anche Bersani ha affrontato poi il tema dei diritti sociali e della ferma opposizione di Fdi soprattutto «con argomenti da Medio Evo su Del Zan, fine vita, Ius soli». Il ragionamento del segretario è che la vittoria del centrodestra rischia di spostare la collocazione dell'Italia dai paesi fondatori della Ué a Polonia, Ungheria. A proposito di Orban, Bersani ricorda il sostegno di FdI e Lega al presidente magiaro «uno che vuole costringere per legge le donne che vogliono abortire ad ascoltare il battito del feto. D'altronde chi vuole abortire ma non ha i soldi per farlo nella mia regione ha una soluzione, dove governa lei invece pare proprio di no».
Insomma diritti civili, fiscalità progressiva, coesione territoriale sono i temi sui quali la coalizione di Letta chiede il voto. «Ma impegniamoci tutti - avverte Bersani - perché nulla è ancora perduto».