Troppo forte il sindaco uscente da incutere timore alle coalizioni avversarie o mancanza di alternative? A centocinquanta giorni dalle seconde elezioni amministrative della storia, a Corigliano Rossano si respira un’atmosfera anomala. Ad oggi non c’è un alter ego a Stasi che sia uno. Tanto chiacchiericcio, numerose ipotesi ma nessuna ufficialità mentre il centrodestra prova a serrare i ranghi ed il centrosinistra – o buona parte tranne il Pd, perso tra le infinite polemiche fratricide – ha deciso da che parte stare (quella di Stasi).

A proposito di schieramenti, tra gli interrogativi che destavano maggiore curiosità c’era quello che aleggiava sulla posizione di Azione, “potente” partito in queste ultime settimane seduto a più tavoli e con più teste.

A spazzare via il mistero ed i dubbi ci pensa il capogruppo consiliare, Vincenzo Scarcello. Politico di lungo corso, tra gli scranni dell’assise rossanese da decenni, tra i migliori presidente di consiglio comunale della storia del territorio e “padre” della delibera di fusione che ha poi condotto al referendum, Scarcello non concede alcun beneficio di dubbio. Anche quando si spinge a giudicare l’operato di Flavio Stasi.

Questa decisione non sarà comunque indolore anche perché qualche dirigente locale, di centrodestra non vuol sentirne parlare. Non è da escludere quindi una mini diaspora verso un Pd in perenne crisi di identità o Italia Viva, oggi praticamente inesistente in città.

Avvocato, sveliamo subito l’arcano. Tutti vogliono sapere da che parte starà Azione alle prossime elezioni.
«Azione è un partito di centro e come tale è alternativo ai sovranisti e ai populisti. In questa città si pone in antitesi al sindaco, alla sua amministrazione e non può essere che così, posto che Azione è stata l’unica forza politica coerente, che ha sempre fatto opposizione. In città staremo dalla parte di chi vorrà affrontare una battaglia per destituire Flavio Stasi e quindi siamo vicini alle forze politiche che vogliono percorrere questa via. Azione, in questo particolare contesto storico e in questa città è vicina a partiti come Fratelli d’Italia, Forza Italia ed i movimenti di centrodestra. Confermo che i vertici del partito in Calabria, così come gran parte della classe dirigente cittadina provengono da forze di centrodestra e non escludo che si possa formare una coalizione ampia che parta da Azione e finisca a Fratelli d’Italia».

Ufficializzata la posizione, ci rivela i contenuti dei vostri dialoghi anche con un Pd sempre più dilaniato dalla dicotomia Stasi sì-Stasi no?
«L’interlocuzione col Pd è stata molto fugace. Ci hanno esposto la loro posizione, ma al netto dei sovranisti e dei populisti, Azione non ha difficoltà a confrontarsi con nessuno».

Il gruppo consiliare di Azione è il più folto. Qual è il ruolo del suo partito a Corigliano Rossano?
«I numeri di provenienza dei gruppi politici che sono confluiti in Azione, che oggi somma quelli de Il Coraggio di cambiare, delle altre liste satellite e di Corigliano Rossano Domani (movimento politico che nel 2019 ha sostenuto Stasi esprimendo inizialmente il vicesindaco e un assessore, tranne poi passare all’opposizione, ndr), siamo nelle condizioni di poter affermare che la nostra forza elettorale era ed è superiore a quelle di tutti gli altri. Se i calcoli non ingannano raggiungiamo, di partenza, 10mila preferenze di lista».

Mostrate i muscoli a cinque mesi dalle elezioni per rivendicare la candidatura a sindaco? Ci dia qualche nome.
«Senza fare troppa melina, in virtù di quei numeri ed essendo il gruppo consiliare più folto con sei consiglieri di opposizione sui nove complessivi, Azione rivendica la sua centralità nel progetto. Ci confronteremo con gli altri partiti per capire qual è la migliore personalità, ma non vi è dubbio che oggi, a Corigliano Rossano, Azione è in grado di esprimere un candidato a sindaco valido, quindi rivendicare la guida della città. Vantiamo uomini e donne dotati di spiccata personalità politica, con capacità amministrativa e predisposizione alla gestione della cosa pubblica, che non sono secondi a nessuno. Azione può portare al tavolo il nome di Francesco Madeo, già consigliere comunale di Corigliano ed oggi di Corigliano Rossano, pronto da tempo alla sfida. Immagino anche Mattia Salimbeni che si è distinto in questa consiliatura manifestando una grande crescita. Io? Assolutamente no. Resterò fuori dalla partita, la mia esperienza elettorale finisce qui, ho dato».

Al tavolo della coalizione potrebbero approdare nomi importanti. Rapani, Straface, Mascaro. C’è il rischio di una spaccatura?
«Non credo affatto. Noi rivendichiamo la nostra proposta ed ovviamente non imporremo nulla, di contro però non accetteremo vincoli. Siamo pronti al confronto con le altre forze, e lo faremo sulla base dei contenuti. Poi individueremo certamente un buon candidato a sindaco che sarà sostenuto da buone liste. Dopo di che la parola passerà ai cittadini e saranno loro a decidere se vogliono continuare a godere di concerti costosissimi e luminarie o avviare concretamente lo sviluppo e quindi le potenzialità della fusione. Sicuri di volere ancora panem et circenses?»

Ci fornisca un giudizio sull’amministrazione Stasi agli sgoccioli della consiliatura.
«Crediamo che la città debba prendere atto che al di là di balletti, concerti e luminarie, l’idea di sviluppo che immaginavamo si è persa per strada, perché l’amministrazione Stasi non è stata capace di incarnare il cambiamento che tutti sognavamo con la fusione. Stasi ha avuto dalla sua una floridità economica come mai nessuno dei suoi predecessori – fondi fusione, Covid, Pnrr – e per questo non è mai andato in anticipazione di cassa se non in questo periodo. Nessuno però si è accorto della fusione, neanche sotto l’aspetto delle opere pubbliche. Spero che il sindaco venga in Consiglio prima della fine della consiliatura a rendere conto del suo mandato quinquennale. L’esempio lampante è rappresentato dai progetti Pinqua per 45 milioni di euro: sarebbero dovuti essere il suo fiore all’occhiello ed invece credo che non siano nemmeno stati approvati in via definitiva dopo quattro anni. Se i consiglieri di opposizione hanno attenuanti vista la mole di atti prodotti, su Stasi pende l’aggravante di aver illuso la città nuova che ha amministrato come quelle vecchie, non comprendendo che Corigliano Rossano necessita di una visione più ampia della sua».