In uno stato di dissesto ormai conclamato, il comune di Cetraro, sul Tirreno cosentino, inizia a fare i conti con i disagi conseguenti alla dichiarazione di default. Questa situazione si protrarrà fino all'estinzione della mole di debiti che grava sulle casse del municipio, esposte per circa cinque milioni di euro, di cui quasi la metà riconducibili a bollette non pagate. Nonostante la difficoltà della situazione, l'amministrazione rimane determinata a ridurre l'impatto negativo che questa misura avrà su tutta la cittadinanza.

L'amarezza degli amministratori

«Con amarezza, purtroppo, perché non c'è cosa più mortificante per un amministratore gestire in una fase di dissesto, ma, come dire, purtroppo non avevamo altra soluzione». Questa l’amara considerazione del vicesindaco Tommaso Cesareo, che - a proposito delle “premesse” che hanno determinato la dichiarazione di default - ha lamentato scarsa attenzione da parte del Governo centrale. «Non è mio costume scaricare responsabilità su altri - ha detto il sostituto del sindaco Ermanno Cennamo - e non è un alibi considerare che c'è un'infinità di comuni nelle nostre stesse condizioni, tuttavia bisogna denunciare che non c'è sufficiente attenzione da parte del Governo centrale. La nostra situazione è stata particolarmente sfortunata, perché stavamo per accedere al fondo di rotazione che ci avrebbe salvato, è una misura a cui i Comuni attingono dal 2014, quindi per ben dieci anni, solo che è arrivata una sentenza della Corte Costituzionale con la quale si sanciva la fine di questa misura e quindi noi siamo stati costretti a votare il dissesto».

Riguardo la politica dell’esecutivo in carica, l’amministratore si è detto fiducioso nell’imminente avvio della bella stagione, «è chiaro che noi puntiamo sui bandi che la Regione Calabria pubblica - ha commentato Cesareo - Il governo centrale a mio avviso doveva cercare di tutelare quelle piccole realtà o i paesi perché penso che la situazione sia globale. Il fondo di rotazione, che era indispensabile, è stato reso incostituzionale. Poterlo spalmare sui debiti fuori bilancio avrebbe comunque sanato le nostre finanze, ma questo è un problema che non riguarda solo Cetraro, riguarda tantissimi altri paesi che si trovano nella stessa situazione».

Servizi al minimo

I servizi saranno ridotti al minimo e le tasse aumentate al massimo. Inoltre, sarà impossibile effettuare nuove assunzioni e sarà necessario tagliare dove possibile per permettere alla città di risalire la china senza gravare eccessivamente sui contribuenti. Questa è la difficilissima equazione che vede impegnati i componenti dell'esecutivo Cennamo, alla ricerca di una soluzione che, soprattutto, non vada a compromettere i fragili equilibri sociali che attualmente caratterizzano la realtà di Cetraro.

«Certamente il dissesto in questo momento colpisce le fasce deboli - ha lamentato l’assessore alle politiche sociali Barbara Falbo - e non è facile comunque sopperire a tutte le esigenze, perché le problematiche sono tante, dovute dal Covid, dovute dalla mancanza, e mi dispiace dirlo, anche di chi non ha la possibilità di un lavoro o di trovarsi un lavoro, perché la situazione ormai è cambiata, ma non solo a Cetraro, ma da tutte le parti».

Gli aumenti colpiranno particolarmente le famiglie con figli in età scolare, a causa dell'incremento delle tariffe della mensa scolastica e del trasporto scolastico. A seguito del crack finanziario, la spesa per il servizio di refezione scolastica, che per legge deve coprire almeno il 36 per cento dei costi del servizio, e per lo scuolabus sarà a carico degli utenti.

Nuove tariffe

Il rialzo delle tariffe riguarderà la scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado, nonché il trasporto scolastico. Le nuove tariffe mensa, basate sul reddito Isee, entreranno in vigore nell'anno scolastico 2024/2025. Saranno le seguenti:

- Fino a € 3.000 di reddito annuo: il ticket rimarrà invariato a 3 euro per pasto.

- Da € 3.001 a € 7.000: il ticket aumenterà da 3,50 a 3,60 euro, con un incremento di 10 centesimi.

- Da € 7.001 a € 12.000: il ticket aumenterà da 3,70 a 4,20 euro, con un incremento di 50 centesimi.

- Oltre € 12.001: il ticket aumenterà da 3,90 a 5,10 euro, con un incremento di 1,20 euro per pasto.

Non sono previste agevolazioni particolari per le famiglie più povere con un reddito Isee fino a 3mila euro, che continueranno a pagare la mensa e lo scuolabus. Per quanto riguarda il trasporto scolastico, la tariffa passerà dagli attuali 30 a 40 euro al mese per nucleo familiare.

«Su questo - ha concluso Barbara Falbo - lavorerò per dare risposte a quelle famiglie e far sì che i ragazzi vadano a mensa tutti con la stessa parità di diritto e di dignità. Cercheremo in tutti i modi quantomeno di recepire dei finanziamenti per poter poi divulgarli verso queste famiglie che ne hanno bisogno».