Amministrative 2022 nel capoluogo: sono in parecchi ad affilare le armi per chiudere la quasi interminabile fase del centrodestra al comando. Che va ormai avanti, ininterrottamente, da metà 2011. E fra questi pare si debba pure annoverare nel prossimo futuro, malgrado sembri molto strano a chi conosce l’ambiente politico catanzarese e calabrese, un big delle preferenze quale Mimmo Tallini (comunque in attesa di vedere l’esito della pesante vicenda giudiziaria in cui è rimasto invischiato) che, negli ultimi tre lustri, ha fatto di tutto, peraltro mai andando per il sottile, proprio per portare alla vittoria lo stesso schieramento. Il suo. Almeno finora. Senza contare il massimo sforzo profuso per sostenere, parentesi Michele Traversa a parte (durata in tutto circa 9 mesi, campagna elettorale compresa), proprio quel Sergio Abramo (riconosciuto campione delle urne) che la spunta dal 1997.

Un record per l’highlander sindaco-presidente soprattutto ai tempi di oggi su cui però Tallini, in pubblico e in privato, rivendica il merito di aver contribuito. E in modo decisivo, per giunta. Ma al di là di ciò, l’appuntamento con il voto della prossima primavera in cima ai Tre Colli si annuncia al calor bianco caratterizzato da una lotta che non risparmierà niente e nessuno.

Nel clima di guerra saranno infatti tutti coinvolti, non soltanto i diretti interessati ovvero i ballerini di prima fila tra cui vanno di sicuro annoverati il candidato a primo cittadino del centrodestra (scelta sulla carta spettante a Fratelli d’Italia che pensa ad esempio ad Aldo Ferrara, dal canto suo un po’ titubante, ma non solo), quello del centrosinistra (il prof Nicola Fiorita a cui però, Cambiavento a parte, ruota intorno una pletora di soggetti pronti a cambiar carro al minimo stormir di fronda) e infine l’alfiere del cosiddetto Grande Centro (nome convenzionale a cui bisogna dare il giusto peso).

Riguardo all’ultima personalità in campo un identikit porta dritti a un professionista di spessore, che però dopo recenti “scottature” subite in politica sfoglia la margherita in attesa del dipanarsi degli eventi. Stessa cosa che curiosamente farà (seppur da una postazione completamente diversa) Abramo, il quale con il solito pragmatismo si appresta a schivare la bufera delle Provinciali in cui sarà sì “intoccabile” per legge, trattandosi della tornata intermedia riservata al rinnovo del solo Consiglio, ma privo dei saldi punti di riferimento a lui cari e propizi (leggasi i grossi aiuti di dirigenti di partito e “grandi elettori” costruttori di solide maggioranze, pure nell’ente intermedio).

Abramo, comunque sia, sa di avere i mesi contati tanto al Comune quanto di conseguenza in Provincia, dove decadrà una volta lasciata la poltrona più ambita a Palazzo De Nobili su cui non potrà più sedersi per limite di mandati consecutivi espletati. E, d’abitudine, è già attento alle sue sorti, magari non disdegnando di influenzare certe dinamiche e appoggiare qualche fedelissimo. Nulla di più.

Attenzione però al citato, pur se ancora fantomatico, Centro che potrebbe raccogliere nell’ordine le adesioni di maggiorenti come Tallini (tra l’altro ispiratore di un progetto simile nel 2006: la coalizione denominata Nuova Alleanza), di fatto - lo ribadiamo - messo alla porta da Fi; di esponenti della sinistra moderata, i quali hanno detto a Fiorita di esser pronti a dargli alle Comunali analogo sostegno a quello fornito loro dallo stesso prof alle Regionali ovvero zero consensi, e da qualche big del medesimo centrodestra solo in apparenza vincolato alla disciplina… di partito.