Il problema non è l'indennità, ma che ormai a tutti i livelli riescono a farsi eleggere personaggi modesti, inadeguati e del tutto incapaci: mezze figure che non saprebbero gestire il loro condominio
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Alcide De Gasperi lo aveva capito subito. Il rischio che la politica diventasse una professione appetibile e ben pagata, era molto alto. Un giorno disse: «La politica è servizio ai cittadini, non deve lasciare spazio al lucro». E a chi gli faceva notare che anche i politici tenevano famiglia, De Gasperi rispondeva: «però è necessario fare in modo di ridurre al minimo, proprio al minimo, la questione del denaro. Altrimenti la politica diventa un mestiere come ogni altro».
In tanti vedono nella carriera politica un modo per raggiungere una "sistemazione", economica. Esattamente l’opposto di quello che pensava De Gasperi. Tuttavia sono convinto che il vero problema dei politici non sia tanto quello dell’indennità (o il vitalizio, che come ha già fatto il parlamento nel 2012, va del tutto cancellato). Se gli eletti si dedicano completamente alle istituzioni, per migliorare la qualità della vita dei cittadini, è giusto che ricevano una buona indennità che li renda autonomi e indipendenti da tutto. Il guaio serio è che troppo spesso nelle istituzioni, a tutti i livelli, riescono a farsi eleggere personaggi modesti, inadeguati e del tutto incapaci. Mezze figure che non saprebbero gestire nemmeno il proprio condominio. Il problema, quindi, non sono i costi della politica, quanto il costo dell’ignoranza degli eletti. Un costo che alla fine pagheranno i cittadini, le imprese, l’intera società. E la Calabria lo sa benissimo.