La Tosca di Giacomo Puccini è tra le opere più conosciute della lirica italiana. È un opera in tre atti, rappresentata per la prima volta nel 1900 al Teatro Costanzi di Roma. La melodia è un crescendo continuo: oscilla da toni calzanti a toni cupi e funesti, a seconda dello sviluppo tematico dell'opera.

Al centro di questo melodramma, c'è la storia d'amore tra Tosca e Mario Cavaradossi.
Tosca è una promettente cantante lirica, con un carattere forte e deciso. Il suo personaggio è molto complesso, presenta varie sfaccettature per nulla facili da identificare e comprendere. Mario è invece un pittore che si trova coinvolto in una cospirazione contro il governo pontificio.
Nel corso dell'opera vedremo come, il carattere forte e deciso di Tosca, sia fondamentale. Lei difenderà il suo amato fino alla fine. Già dal primo atto la vediamo combattere contro le insidie di Scarpia, il barone della polizia papalina che cerca di abusare del suo potere contro Mario. Ma, il suo carattere forte e deciso, non ha soltanto connotazioni positive. Un elemento centrale nel corso dell'opera sarà la gelosia di Tosca verso il suo amato: è un amore travolgente ed assoluto. La scena che più ci permette di capire questo lato di Tosca è quando scopre una tela dipinta da Cavaradossi, in cui è rappresentata una figura femminile, che lei considera una rivale. Questa scena mette in luce il lato più vulnerabile e passionale dell'eroina.
Al centro dell'opera vi è, inoltre, un conflitto letterario che è quello tra il bene e il male. Nel secondo atto, Tosca deve decidere se uccidere il barone Scarpia per difendere il suo amato, oppure mantenere saldi i suoi valori morali. Sceglierà l'amore. Per salvare Cavaradossi, è disposta a mettere in secondo piano la sua moralità e compiere un atto di violenza, uccidendo Scarpia. Questo gesto rappresenta la rottura finale tra l'innocenza del personaggio e la corruzione, mettendo l'eroina in una posizione tragica e irrecuperabile.

Nel terzo atto vi è la disperazione di Tosca, la quale crede ormai la salva la vita del suo amato, quando scopre che Scarpia, prima di morire, l'aveva ingannata, facendole credere che Cavaradossi sarebbe stato liberato e che la sua esecuzione sarebbe stata solo una farsa, con una fucilazione simulata.

A Castel Sant'Angelo si consuma una delle scene più tragiche di tutta l'opera. Cavaradossi canta la famosa aria "E lucevan le stelle", uno dei grandi classici della lirica italiana. Con questo canto ripercorre i momenti più belli dell'amore con Tosca:

"O dolci baci, o languide carezze, mentr'io fremente, le belle forme disciogliea dai veli".

Mario sa di essere alla fine della sua vita, sa che da lì a breve il suo sogno d'amore terreno con Tosca svanirà. Non la rivedrà più.

"Svanì per sempre il sogno mio d'amore
L'ora è fuggita e muoio disperato, e muoio disperato
E non ho amato 'sì tanto la mia vita, tanto la vita".

Quando Tosca arriva a Castel Sant'Angelo crede di aver ormai salvato il suo amato uccidendo Scarpia. Accompagnata dall'orchestra che accenna note di gioia e di speranza, sollecita Cavaradossi a rialzarsi. Scoprirà in questo momento che l'amato è inerme: è stato ucciso ed ora giace lì per terra. A questo punto l'orchestra esprime la massima potenza dell'orrore. Puccini rivendica, tramite la musica di questa ultima scena, l'amore di Tosca: è un riscatto musicale.

A questo punto l'eroina è senza speranze e, salita alla vetta del Castel Sant'Angelo, compie l'estremo gesto del suicidio.

Puccini ci accompagna in questo viaggio letterario attraverso una musica gelida, impetuosa, che disegna la vicenda magistralmente.