Sedici gennaio 2025: separazione delle carriere, il sì della Camera. A favore la maggioranza, Azione e +Europa. Contro Pd, 5stelle e Avs. Renzi si astiene. Il testo va al Senato. Non sarà la madre di tutte le riforme ma il minimo sindacale di una riforma della giustizia in un Paese come il nostro dove i temi della giustizia sono stati e sono sempre temi sentiti, divisivi e con sentimenti contrastanti. È di pochi giorni fa un articolo di Ilvo Diamanti sul quotidiano la Repubblica dove si affermava: “Fiducia nei magistrati: aumentano gli italiani che credono alla teoria delle “toghe politiche””. "La fiducia nei giudici è crollata dal 70 al 40%". Affermano sul Giornale i sondaggisti Renato Mannheimer e Carlo Buttaroni su cosa pensano gli italiani della magistratura italiana.

Alla luce di questo pensiero degli italiani e, alla luce del primo passaggio alla Camera della riforma sulla separazione delle carriere, mi vorrei soffermare su come la politica invece ha inteso schierarsi. Forza Italia da sempre con Silvio Berlusconi ha proposto la riforma credendo fermamente in essa. Coerentemente oggi vota a favore. A favore hanno votato Fratelli d’Italia e la Lega. Azione di Carlo Calenda e +Europa di Emma Bonino partiti da sempre garantisti votano a favore. Contro il PD i 5 stelle e Avs. Il PD non si smentisce mai.

Un partito manettaro quando gli conviene, profondamente illiberale e opportunista. 5 stelle guidato dall’Avvocato del Popolo aggrava la sua reputazione di manettari tanto al kg tranne quando gli conviene. Poi che un segretario di un partito per giunta Avvocato sia contrario ad una riforma voluta da tutti gli avvocati, tranne dai magistrati e dal PD, la dice lunga su chi è l’on Conte e su come un Avvocato possa essere contrario a tale riforma. Ma arriviamo al bello del bello: Matteo Renzi, il senatore Matteo Renzi che una ne fa e cento ne pensa. È di pochi giorni fa la sua dichiarazione che avrebbe votato a favore della riforma ed invece oggi si astiene.

Ecco Renzi esempio tipico di chi è garantista pro domo sua. Garantista il senatore Renzi quando deve attaccare Marco Travaglio e il Fatto quotidiano, garantista quando deve attare la trasmissione Report quindi poi per pura lotta politica e dimenticando l’orazione di Marco Tullio Cicerone si astiene e non vota la riforma. Si astiene il senatore Renzi anche dopo le sue innumerevoli dichiarazioni garantiste (sempre pro domo sua). Reputo il senatore Renzi un fine e ottimo politico, un politico capace nel panorama politico italiano ma poi quando mette in atto queste becere tattiche politiche, sua caratteristica principale, devo dire che non mi piace. Sono questi atteggiamenti e questo modo di far politica che allontanano sempre di più gli italiani al voto e li confonde. Oggi il senatore Renzi ha segnato un brutto punto nella porta della mala politica ma non perché si è astenuto e ritengo che sia lesa maestà per chi come me ha sostenuto questa riforma, no assolutamente no io sono per la libertà di pensiero ed opinione, sono contrariata perché chi è sempre stato favorevole ad una riforma e poi si astiene per capricci politici e tattiche non consegna una bella pagina politica al paese.