Questo paese è senza speranze se non si prende seriamente in considerazione di portare a termine una riforma nel solo interesse dei cittadini
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La lettera di Marina Berlusconi pubblicata sul quotidiano Il Giornale di oggi chiarisce, qualora servisse ancora, come vanno alcune cose in tema di giustizia nel nostro paese. E, come lei e come tanti altri cittadini, ci chiediamo che fine faranno le riforme che un paese civile merita. Purtroppo assistiamo al solito teatrino della politica sulle riforme impellenti in tema di giustizia.
Si impellenti.
Capisco che di impellente ci sono in ordine: la crisi economica, il caro vita (5 euro 1 kg di pesche e mi fermo qui con l’elenco !!), il caro luce e gas, i voli aerei e i treni con costi esorbitanti che obbligheranno molti italiani a stare nel tinello di casa perché impossibilitati a permettersi una vacanza estiva.
La riforma della giustizia è perfettamente di diritto, credetemi, nei problemi gravi di questo paese.
Ma non perché tutti i magistrati sono comunisti e mangiano i bambini (in questo caso i politici).
I magistrati, dimentichiamo spesso ma reperita iuvant (!) sono esseri umani non extraterrestri. Mangiano, bevono, respirano e votano. Si votano e votando votano un partito di riferimento. Chi vota a destra (pochi), chi vota a sinistra (tanti). Quindi, senza fare la scoperta dell’America, hanno ideologie politiche.
Prima analisi da fare è il perché molti magistrati siano di sinistra.
Lo sono perché la sinistra li ha coccolati, allevati, corteggiati, ammaliati e spesso delusi e illusi ma questo è altro discorso.
Certo molti erano predisposti verso la sinistra ma anche quelli un po’ restii alla fine sono caduti nella reta delle sirene sinistre e ne sono diventati veri e propri militanti perché il centro destra non è riuscito mai a capirli fino in fondo e perché la destra italiana ha sempre poco coraggio davanti le difficoltà. La sinistra difende a spada tratta i suoi. La destra a volte, altre volte non ha il coraggio e allora perché un professionista simpatizzante di destra si dovrebbe esporre per poi non avere le cosiddette spalle coperte in caso di fuoco amico o nemico.
La professione di magistrato è una professione delicatissima, lo scrivo da mille anni, è una missione e, come tutte le missioni, prevede rinunce.
La prima.
Rinunciare alle proprie idee politiche quando si decide un provvedimento. Non sempre avviene ma, per fortuna, non tutti sono uguali.
La seconda.
Dimenticare di essere esseri umani e non avere simpatie o antipatie.
La terza.
Cercare sempre di applicare la legge liberi da condizionamenti di cui sopra.
Capisco che non è facile per ciò che ho detto prima, sono esseri umani ma se non hai la serenità di farlo fai altro mestiere.
Come altro mestiere dovrebbero fare quei politici di destra e di sinistra che si intestano battaglie sulle riforme della giustizia in virtù del loro sentire o del reato a loro contestato.
Errore più da penna rossa di questo non ne conosco altro.
Ed ecco assistere al teatrino triste della politica sulle ceneri di un paese che anela da anni una riforma della giustizia equa e giusta.
Una parte politica si sposa la battaglia sull’abuso d’ufficio forse perché toccati più da tale reato. Altra parte politica sul concorso esterno perché più sensibile a tale stortura. Altre parte politica sul reato di traffico di influenza perché più sensibile a ciò.
Dividersi così i temi e le battaglie è una scelta pessima. Reca solo danno agli italiani che aspettano una giustizia giusta da secoli.
Le leggi si fanno per il paese non per o contro qualcuno.
Si fanno non sull’emotività.
Si fanno per poter dare uno strumento di difesa certo ai cittadini che incappano nella giustizia, ai cittadini che vantano un diritto, ai cittadini che si rivolgono alla legge, ai cittadini che sperano in un giusto processo.
Condivido la linea che vorrebbe adottare il Ministro Nordio e le riforme che vorrebbe fare. Magari farle e fare meno interviste.
Capisco meno alcune dichiarazioni stampa del presidente Meloni che lo frena dopo averlo indicato al Capo dello Stato Ministro conoscendo il garantismo di Nordio.
Ora come finirà?
Si faranno alcune riforme, non serviranno a niente come sempre.
Non si può affermare che ci sono leggi che fanno riformate, reati che fanno rivisti e altri no. Non ci sono reati che hanno priorità e altri no.
La riforma della giustizia dovrebbe essere una grande riforma unitaria, un complesso di riforme penale e civile e non uno spezzatino di riforme.
Invece ci stiamo avviando per l’ennesima volta verso barricate, piccole riforme non coraggiose, tre passi avanti e sette passi indietro.
Questo paese è senza speranze se non si prende seriamente in considerazione di portare a termine una riforma della giustizia senza guardare in faccia nessuno se non i cittadini italiani e avere come faro solo gli interessi del nostro paese.