Il continuo crollo del numero degli elettori è un segnale allarmante per la nostra democrazia. Se la maggioranza degli elettori non vota più, in pericolo è lo stesso sistema democratico. La cosa sembra non preoccupare troppo, ma dovrebbe. Perché continuando così, i governi li sceglieranno quattro amici al bar. Oppure potenze straniere ostili, o sistemi criminali organizzati. Anche altri. Ma non più i cittadini elettori.

In Calabria la disaffezione per il voto è diventata una consuetudine. Come il fallimento di tutti i governi regionali degli ultimi vent’anni, almeno. Ma ora anche la Lombardia, potente motore economico del paese, si è allineata, conquistando il record delle astensioni. Malissimo anche il Lazio, male le politiche degli ultimi anni.

Morta la politica, sono morti i partiti. Moriranno anche i partiti del leader e i partiti azienda, come Berlusconi, Calenda e Renzi stanno dimostrando. La Meloni vince, per ora. Salvini è il commissario liquidatore della Lega, e nemmeno la tragica autonomia regionale differenziata lo salva più. Il Movimento di Conte non esiste nei territori e Conte appare sempre più una figura inadeguata.

Rimane la sinistra. Chi? Scomodando un acuto economista e ministro come Beniamino Andreatta: “La sinistra ha uno smisurato desiderio di sconfitta". In Calabria si è suicidata da tempo.