A causa della pandemia il Terzo settore è chiamato quest’anno a uno sforzo ancora maggiore a favore dei più deboli e degli emarginati
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Sarà che il Natale è la festa della gioia di vivere e della vita, sarà che a Natale si fanno sempre buoni propositi, senza alcun dubbio e nonostante il maledetto Covid, il Natale arriverà lo stesso e i sentimenti del cuore manterranno la fiammella della speranza.
La speranza che questi mesi tragici finiscano al più presto e che nel sacco di Babbo Natale ci sia il dono più importante: il vaccino contro il Covid!
Lo sappiamo, non sarà il solito Natale, le limitazioni ci impediranno di ritrovarci, di abbracciarci, di stare insieme in famiglia. Tuttavia, la festa più importante e sentita della cristianità, porterà con se i sentimenti più puri e nobili che ciascun essere umano è capace di provare: la solidarietà, la condivisione, la gioia di darsi e di dare agli altri.
Sentimenti che a Natale si amplificano e si diffondono ma che per qualcuno sono oggetto di continua, costante e convinta pratica quotidiana.
Senza rischiare l’irriverenza, ciò, tuttavia, non può esimermi dal registrare che ci sono “mondi quotidiani” che la pratica solidale, lo scambio generoso, la raccolta intima e sociale, il donare e il donarsi all’altro li vivono tutti i giorni dell’anno e vivono la “gioia del dono” quasi come stile di vita.
Sono i volontari, i sostenitori, gli operatori del variegato mondo del Terzo Settore che ogni giorno si impegnano ed operano affinché il bisogno e il disagio diffuso venga lenito.
Sono coloro che si occupano con passione e professionalità di povertà, di disabilità, di anziani, di migranti e di tutti coloro che popolano il mondo sempre meno sotterraneo del “disagio sociale”.
Quelli per cui, intimamente e senza ghirlande, “è Natale tutto l’anno” e che ogni santo giorno trovano tempo, forza e cuore per donarsi al prossimo dando “senso umanizzante” ai propri giorni.
In questo duri mesi di pandemia sono stati in prima linea e, anche grazie a loro, in tanti hanno subito di meno gli effetti drammatici del “distanziamento sociale” e della “mancanza di contatto umano”. A questo mondo, vasto e generoso, andrebbero riconosciuti maggiori meriti e una valorizzazione in termini di considerazione e di coinvolgimento attivo.
Il Terzo Settore è chiamato, quest’anno ancora di più, ad uno sforzo maggiore sul fronte della solidarietà e delle attività sociali diffuse. Sarà un Natale più duro per i tanti che saranno costretti a viverlo da soli in casa, in ospedale o in comunità. A loro, a tanti, non sarà consentito alcun contatto umano con familiari e amici cari. E come spesso accade, non necessariamente solo a Natale, a trovare il modo per strappare un sorriso e a regalare loro attimi di gioia ci penseranno i volontari e gli operatori delle realtà del Terzo Settore! E allora, per molti il Natale 2020 sarà “diverso”, per altri, invece sarà Natale anche a dicembre. Buon Natale a loro che non andranno in vacanza o, se preferite, a loro che sono perennemente in festa! La festa del cuore e della solidarietà che non si ferma e non ha paura di niente. Nemmeno del Covid. Buon Natale
* presidente Arci Catanzaro