Siamo nell’epoca del metaverso ma ancora i miti e le leggende accompagnano le nostre giornate essendo quanto mai attuali. Uno di questi è il mito di Narciso rappresentando il narcisismo, ovvero l’adorazione ossessiva di se’, uno dei più grossi mali del nostro tempo. Narciso è la più famosa icona di bellezza e di egoismo nella mitologia greca. È la storia di un ragazzo bellissimo talmente centrato su sè stesso da perdere ogni forma di empatia verso il prossimo, specialmente in amore.

Quando il mago Tiresia profetizzò alla madre di Narciso la morte del figlio nel momento in cui avesse visto la propria immagine, ella fece scomparire tutti gli specchi dalla loro abitazione per far scampare al figlio il tragico epilogo. Ciò perché Narciso era talmente innamorato di se’ stesso ed indifferente all’amore altrui da far del male a se stesso e al prossimo. Ridusse, infatti, senza voce la Ninfa Eco, sua innamorata pretendente. Ma venne un giorno, che specchiandosi sul letto di uno stagno, morì perché sedotto dal riflesso del suo bell’aspetto tentò invano di abbracciare se stesso, cadendo annegato.

Ognuno di noi è un poò Narciso, caratteristica che, se diventa patologia, ci impedisce di aprirci al prossimo e ci porta a considerare l’altro (uomo) come mezzo e non come fine.

In politica, ancor più che in altri campi, la figura del narcisista, facendo leva sui bisogni e sulle speranze delle persone, fa sì che quest’ultime, attraverso un’arte oratoria tendente alla manipolazione, vengano ridotte a mere portatrici di voti, eco di promesse prontamente disattese. Un ego smisurato, quello del politico narcisista, che non tollera contraddittorio e assunzione di responsabilità ma solo un pubblico da ammaliare e sedurre in base ai desiderata. 

Ma se è vero che ogni popolo ha i governanti che merita, allo stesso tempo viviamo un’epoca nella quale il popolo deve riappropriarsi dei propri princìpi e rivendicare quel sentimento di giustizia solidale attraverso il quale ognuno di noi possa avere le garanzie di vivere in una società nella quale i diritti sono le regole della convivenza civile e i doveri sono la proiezione della propria coscienza.

È tempo di bandire gli egoismi, il protagonismo maniacale e la smisurata considerazione di sé di classi dirigenti inconcludenti e di conciliare il protagonismo della politica con la necessità di risoluzione alla complessità dei problemi e delle sfide che abbiamo davanti. Sobrietà e rigore dovranno essere gli strumenti di una politica che è capace di aprirsi al prossimo e di porre fine ad uno dei mali peggiori del nostro tempo.