Le tesi di chi definirono e continuano a definire conservatore il papa emerito, accusandolo finanche di poca empatia, si sono rivelate errate
Tutti gli articoli di Opinioni
PHOTO
La dipartita in Cielo di Benedetto XVI ha profondamente commosso il popolo cristiano e non solo. Attestati di stima e di affetto nei confronti di un Papa che alcuni, in maniera frettolosa e anche un po' superficiale, definirono e continuano a definire conservatore, accusandolo finanche di poca empatia, quasi come se per esercitare il Magistero Petrino sia necessario superare un casting.
Certamente impressionano e a tratti commuovono le file di fedeli e di pellegrini che hanno deciso di tributare l’ultimo saluto al Papa emerito a cui abbiamo assistito in questi giorni. Gli organizzatori avevano previsto circa 35.000 visite e altrettante presenze ai funerali. Si sono superati abbondantemente le 150.000 persone giunte da ogni parte d’Italia e del Mondo. Benedetto XVI, di cui oggi tutti tessono le grandi doti culturali ed umane, è stato spesso contrapposto da qualche osservatore sia a Papa Francesco che a Giovanni Paolo II. Si diceva che Papa Benedetto non fosse in sintonia con il popolo cristiano, che le sue posizioni fossero eccessivamente rigorose e che questo non favorisse la presenza della Chiesa nella società.
L’ultimo saluto | L’addio a Benedetto XVI, in piazza San Pietro 100mila fedeli per i funerali: «Santo subito»
I detrattori di Benedetto XVI si sono rilevati, però, un po' distratti.
Hanno dimenticato, però, che l’allora Card. Ratzinger fu nominato Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, uno dei più importanti Dicasteri, proprio da Giovanni Paolo II. Notevole, quindi, è stato il contributo che il Card. Ratzinger diede al Pontificato di Papa Woytila. Lo stesso dicasi per Papa Francesco. Il gesto delle dimissioni annunciate a sorpresa l’11 Febbraio 2013 condussero al ricordo delle dimissioni di Celestino V, il Papa del “gran rifiuto” che Dante pose negli inferi tra gli ignavi. Al contrario, quelle dimissioni aprirono la strada a Papa Francesco a cui Benedetto XVI fu sempre obbediente. L’enorme folla che ha reso omaggio a Benedetto XVI e ha partecipato ai suoi funerali smentisce, semmai ve ne fosse bisogno, che tali tesi erano profondamente errate. Dimostrano, invece, un profondo affetto del popolo cristiano e non solo nei suoi confronti.
Il viaggio dei ricordi personali non può che fermarsi alla stazione del periodo degli studi universitari. Ricordo un volantinaggio dinnanzi la mensa dell’Unical. Insieme ad alcuni amici con il quale condividevo la partecipazione al Clu (Comunione e Liberazione Universitari) decidemmo di distribuire un volantino che riportava integralmente il discorso che il Papa avrebbe pronunciato durante l’inaugurazione dell’anno accademico presso l’Università La Sapienza di Roma. Quel discorso non venne mai tenuto in quanto vi furono profonde e nette prese di posizioni da una parte (forse una minoranza) del mondo accademico e scientifico laico che impedirono a Benedetto XVI di partecipare.
Egli, con il suo garbo e la sua profonda intelligenza, rinunciò per non creare ulteriori divisioni o problemi di ordine pubblico. Quel volantino ci portò qualche compiacimento tra le persone che lo ricevevano ma anche qualche insulto da parte di accademici intransigenti che si affrettavano a consumare la loro pausa pranzo. Volevamo solo dimostrare come quella polemica che impedì a Benedetto XVI di intervenire presso l’Università La Sapienza era irragionevole ed ideologica. Il Papa emerito, se avesse avuto la possibilità di intervenire, avrebbe affermato che fede e scienza non sono contrapposte l’uno con l’altro, ma anzi vi sono spazi notevoli di riflessione e di dialogo. Una occasione persa per una parte del mondo scientifico ed accademico che rappresentò una contraddizione con il metodo che loro stessi, da ricercatori, avrebbero dovuto applicare, ovvero quello di esprimere un giudizio dopo aver approfondito e studiato. Caro Bendetto XVI Ti abbiamo voluto e continuiamo a volerTi bene come ad ogni Papa che continua a guidare il nostro cammino.
*Avvocato Fabio Liparoti
presidente Unione Giuristi Cattolici Cosenza