La Meloni riempie le piazze, ovunque vada. Nonostante qualche ritocchino alle foto, la gente in effetti sembra nuovamente coinvolta e incantata. A milioni sono pronti a una nuova migrazione. Stavolta verso l’estrema destra.

Prima della Meloni è successo con altri: Berlusconi, Veltroni, Renzi, Grillo, Salvini. Folle osannanti, valanghe di voti, poi il tracollo. Avanti il prossimo.

È come se il popolo italiano fosse alla disperata ricerca di un uomo forte al comando. Un vero leader. E se non c’è se lo inventa. Evidentemente gli elettori sono stanchi della lentezza del sistema parlamentare e del potere frazionato in decine di centri di poteri. Forse perché ha visto mille e più promesse andate tutte regolarmente a vuoto. E cambia rapidamente idea e voto, ma sempre più spesso si rifugia nell’astensione.

Gli elettori italiani negli ultimi 30 anni hanno cambiato rapidamente e più volte idea: milioni di voti si spostano ogni volta da un fronte all’altro con una rapidità impressionante.

La domanda è una sola: fino a quando si ripeterà tutto questo? Intanto i partiti tradizionali sono scomparsi. La politica è morta e sepolta da tempo. I problemi del paese si stanno aggravando. Non c’è una classe dirigente degna di questo nome. Non si vede una prospettiva politica stabile e duratura.

Si ascoltano le solite e indecenti promesse elettorali: chi tira fuori il Ponte sullo Stretto, chi annuncia pensioni per tutti, che la solita milionata di posti di lavoro, chi vuole abolire le tasse su tutto. Non si rendono conto di quanto si coprano di ridicolo.

Questa è la campagna elettorale con la più stupida propaganda per attrarre consensi. Un anno e mezzo fa, nel caos di una legislatura senza pace, è stato chiamato alla guida del governo un uomo dal prestigio internazionale e dalle competenze riconosciute da tutti. Troppo autorevole, troppo distante dalla mediocrità politica imperante. È stato rapidamente allontanato.

E l’Italia ha perso un’occasione unica per tornare stabilmente fra i grandi del mondo. Sta tornando l’italietta di sempre. Quello che sta accadendo è stato ampiamente previsto in un libro: La mediocrazia, di Alain Deneault: «Non c’è stata nessuna presa della Bastiglia, niente di paragonabile all’incendio del Reichstag, e l’incrociatore Aurora non ha ancora sparato un solo colpo di cannone. Eppure di fatto l’assalto è avvenuto, ed è stato coronato dal successo: i mediocri hanno preso il potere».

I mediocri dunque sono ovunque, hanno conquistato il potere negli enti locali, nelle regioni, in tutti i centri decisionali, ovunque. I mediocri sono personaggi spregiudicati, senza cultura, senza idee, senza prospettive. Ma sono anche professionisti, dirigenti, medici, magistrati, giornalisti. La mediocrazia ha contagiato tutto e tutti. Pochi ne sono rimasti indenni.

L’antidoto è il pensiero critico, la denuncia e la proposta, la cultura e l’impegno. Ma già fare il proprio dovere senza cedere al lassismo e alla superficialità sarebbe una grande risposta alla banalità del presente. 

Ma ora cosa succederà? Cosa c’è nel futuro? Per il filosofo canadese Alain Deneault «qualsiasi impegno politico è a metà tra lo scoraggiamento e la speranza. Ed è proprio quando la situazione è scoraggiante che ci vuole il coraggio».