Dati allarmanti che riguardano anche il valore dei casi, con la nostra regione nelle prime posizioni in tutte le classifiche
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Truffa del Pnrr, nella Ue otto inchieste su dieci riguardano l’Italia. Finalmente una classifica che dominiamo! Le inchieste rivelano casi clamorosi, come quello del prestanome di Matteo Messina Denaro all’ufficio tecnico del Comune di Limbiate, in Lombardia. E poi: le grandi opere da realizzare a Roma, oppure in Emilia Romagna; le troppe incompiute tra Calabria e Sicilia; i progetti per l’accoglienza dei migranti in Puglia; l’efficientamento energetico in Friuli Venezia Giulia; i lavori privati spacciati per pubblici nelle Marche; nel Veneto già contestati 640mila euro di frode. Intanto emergono casi di criminalità organizzata dietro la truffa al Pnrr da 600 milioni di euro su cui indaga la Guardia di Finanza di Venezia.
L’Italia vanta un triste primato presso la Procura europea (Eppo): nel 2023, quasi la metà delle indagini riguarda l’Italia. Infatti su 1.371 indagini aperte in tutti i paesi europei, 556 indagini riguardano l’Italia. E su 12,28 miliardi di euro, il valore dei casi italiani ammonta a poco più di 6 miliardi di euro. La Procura europea per quanto riguarda specificatamente il Pnrr ha avviato 179 indagini italiane su un totale di 233. Abbiamo molto di cui vergognarci.
La Calabria per la corruzione è ai vertici nazionali: è seconda dopo il Molise. Tra il 2004 e il 2021 la media nazionale di reati corruttivi commessi ogni 100mila abitanti è pari a 10,03. La Calabria ne registra più del doppio: 23,32. Per la concussione la Calabria è terza. Per il peculato è quinta, per l’abuso di ufficio è seconda. La corruzione dunque è il male del nostro paese. Ed è un cancro devastante in Calabria dove praticamente non si salva quasi nessuno.
La corruzione è così insopportabile che papa Francesco, che ha caratterizzato il suo pontificato per una lotta profonda contro i corrotti in Vaticano, ha scritto su X : «Cosa c’è alla base della schiavitù, della disoccupazione, dell’abbandono dei beni comuni e della natura? La corruzione, un processo mortale che nutre la cultura della morte».
E il presidente Mattarella in un intervento pubblico: «La corruzione è un cancro, ma abbiamo gli anticorpi presenti nella società civile. Anticorpi che hanno il volto di cittadini consapevoli delle loro responsabilità, di funzionari pubblici che assolvono ai loro compiti, di volontari». I dubbi sono tanti: perché non è bastato l’inasprimento delle pene e le tante norme varate negli ultimi 10 anni? E così pure la dura battaglia delle procure contro corruzione e malaffare. Cosa bisogna fare per fermare questo terribile cancro che sta devastando la Calabria e un po’ tutta Italia?