Immaginate due vite che si incontrino in una campagna molto vasta tra alberi di noci, ulivi, terra e tanti fiori. Immaginate una casa umile ed essenziale con una macchinetta del caffè pronta a trasmettere fumo e sapore. Immaginate due mani ruvide, con dita robuste, che sbuccino un’arancia fresca mentre fuori è quasi primavera.

Immaginate un bambino seduto sotto una coperta che inizi a raccontare la storia d’amore tra i suoi nonni.

Michele Bravi racconta, guidato da una profonda sensibilità e con gli occhi curiosi di quel bambino seduto sotto la coperta, in "Lo ricordo io per te", l’amore tra i suoi nonni.

Un amore durato oltre cinquant’anni che ha allontanato le paure della guerra e le ferita della povertà donando il germoglio della vita alla propria famiglia. Un amore che ha superato i confini aspri della malattia, l’Alzheimer, custodendo le fragilità della malattia. L’Alzheimer della nonna per quanto sia stato crudele con la memoria non ha potuto nulla contro la forza di due cuori che si erano promessi amore eterno.

Con "Lo ricordo io per te" Michele Bravi, tra emozioni, dolori e tanto amore, realizza qualcosa di unico. Un atto d’amore per i propri nonni e per coloro che combattono quotidianamente il dolore della malattia.

Nel cortometraggio, che accompagna il brano musicale, si racconta la storia d’amore di Graziella Giacchi e Luigi Bravi, interpretati rispettivamente da una straordinaria Lucia Zotti e da un commovente Lino Banfi, e il modo in cui hanno lottato con dignità e forza per sopravvivere all’intrusività dell’Alzheimer. Accogliendo e accettando il progressivo svanire del tempo condiviso(queste le parole con le quali si conclude il cortometraggio).

Inoltre, "Lo ricordo io per te" è anche un atto d’amore da parte di Lino Banfi per moglie, Lucia Zagaria, anche lei scomparsa, due anni fa, a causa dell’Alzheimer. Nel cortometraggio Lino Banfi ha dimostrato, con gesti semplici e silenzi rumorosi, la bellezza e la malinconia dell’amore eterno.