L’opinione pubblica si divide tra chi vede la possibilità di creare una difesa comune e chi il rischio di ulteriori spaccature, ma senza unione è difficile avere un’identità e quindi conoscere i propri limiti e punti di forza
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Si dice che l’uomo non impari dalla storia, ma possiamo aggiungere che, probabilmente, non impara nemmeno dalle storie. Sì, perché davanti ad uno scenario geopolitico sempre più complesso, che rende l’Europa sempre più precaria, la vicenda di Davide e Golia potrebbe ricordare che non si affronta un gigante con le sue stesse armi. Quello di Davide e Golia è uno degli episodi biblici più noti e al di là degli aspetti leggendari, il fatto che resta è che in un duello, colui che è sfavorito riesce a vincere solo ponendosi ad un livello diverso. Così, davanti al gigante Golia e soldato dei Filistei, Davide, un umile pastore che non riesce nemmeno a reggere il peso dell’armatura, si recherà al campo di battaglia munito soltanto di una fionda. La fionda gli consentirà di colpire Golia, farlo cadere e, solo a quel punto, ucciderlo con la spada. Contro la forza bruta è l’astuzia ad avere la meglio; un’astuzia che ha come presupposto il riconoscimento dei propri limiti. Contro la prepotenza è il coraggio ad avere la meglio; un coraggio che non trasforma in imprudenza.
L’eroismo della vicenda scosse Caravaggio, scosse Michelangelo, scosse Donatello… solo per citare alcuni nomi. Che sia su tela, nel bronzo, o nel marmo, la storia è diventata monumento, che adorna piazze e riempie musei. Ma allora come fa l’Europa a non chiedersi se riesce davvero a reggere il peso di un’armatura? O è forse convinta di essere un gigante? Il piano ReArm Europe, il piano di riarmo dell’Unione Europea, risveglia tutte queste domande. Nonostante sia già stato approvato, l’opinione pubblica (e non solo quella) si divide tra chi vede in questo progetto la possibilità di creare una difesa comune e dotare l’Europa di maggiore compattezza e chi vi individua l’inizio di ulteriori spaccature; il piano, infatti, prevede attualmente che ogni Stato potenzi singolarmente la propria spesa militare. A ben vedere, però, queste due posizioni, condividono lo stesso presupposto: l’Europa non è così unita come pensavamo. Ma senza unione è difficile avere un’identità e senza identità è difficile conoscere i propri limiti e i propri punti di forza. Insomma, sembra lontano il tempo in cui l’Europa riuscirà a trovare la propria fionda.