L’accesso alla rete e il saperla usare sono diventati fattori determinanti per colmare le disuguaglianze territoriali e offrire opportunità competitive alle nuove generazioni
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Nell’era della trasformazione digitale, la connessione a Internet non è soltanto una risorsa, ma un prerequisito per accedere all’istruzione, al lavoro e alla partecipazione sociale, ne abbiamo gia parlato nell’articolo sullo smart working. Tuttavia, la Calabria presenta ancora significative carenze infrastrutturali. La provincia di Cosenza si posiziona all’ultimo posto a livello nazionale per la presenza di aule informatiche nelle scuole, con solo tre edifici su cento dotati di computer. Questo dato evidenzia un divario tecnologico che penalizza le aree meridionali rispetto al Nord, dove oltre il 90% delle scuole è attrezzato con strumenti digitali.
Oltre alle carenze infrastrutturali, si registra una limitata diffusione delle competenze digitali, indispensabili per l’inserimento nel mercato del lavoro contemporaneo. L’evoluzione delle piattaforme digitali e l’integrazione dell’intelligenza artificiale stanno creando nuove figure professionali, la cui domanda supera spesso l’offerta di personale qualificato. Diventa quindi prioritario colmare questo gap attraverso percorsi formativi che dotino i giovani delle competenze richieste dalle imprese globali.
Il sistema scolastico gioca un ruolo chiave nel ridurre queste disparità. Tuttavia, i dati dello stesso Ministero dell'Interno mostrano che solo il 35% delle scuole italiane dispone di un’aula informatica, con percentuali ancora più basse nelle zone rurali e nel Mezzogiorno. La limitata disponibilità di connessioni veloci e dispositivi tecnologici all’interno delle famiglie amplifica ulteriormente il problema, ostacolando lo sviluppo delle competenze digitali fin dalla giovane età.
Le conseguenze di questo divario si riflettono non solo a livello tecnologico, ma anche sul piano socio economico. La mancanza di accesso alla rete e alle competenze digitali rafforza le disuguaglianze, penalizzando soprattutto i giovani provenienti da contesti socio-economici svantaggiati. Secondo Ilaria Beretta dell’Avvenire, il digital divide si manifesta prevalentemente tra coloro che provengono da famiglie con redditi bassi e limitati livelli di istruzione, rendendo più difficile competere con coetanei che hanno avuto accesso a strumenti digitali sin dall’infanzia.
Per affrontare questa sfida, è necessario un intervento integrato da parte delle istituzioni. È indispensabile potenziare l’infrastruttura digitale e promuovere programmi di alfabetizzazione informatica mirati a sviluppare un uso consapevole delle tecnologie. Inoltre, è cruciale incentivare la creazione di spazi di coworking e laboratori digitali nelle aree rurali per stimolare l’imprenditorialità giovanile e favorire la nascita di nuove professionalità.
L’obiettivo è trasformare il digital divide in un’opportunità di crescita, consentendo ai giovani calabresi di costruire il proprio futuro senza dover emigrare. Superare questo ostacolo non è solo una questione di equità sociale, ma rappresenta un fattore determinante per il progresso economico dell’intera regione. Solo attraverso la collaborazione tra istituzioni, sistema educativo e settore privato sarà possibile colmare questo divario, creando le condizioni per una crescita inclusiva e sostenibile.