Il leader della Lega non ha commesso reati ma la sua azione nella gestione dei trasporti è stata un disastro. È quello del Ponte sullo Stretto e dell’Autonomia differenziata e i suoi nemici sono i migranti e i deboli
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Il ministro Salvini
Oggi all’Italia più che un ministro in carcere, (non avendo i giudici ravvisato reati), servirebbe un ministro capace, competente. Un ministro dei Trasporti in grado di fare il proprio lavoro, considerato che con la sua non-gestione il settore è scoppiato. Ma questo signor Salvini, che imperversa da circa trent’anni e che da trent’anni occupa il potere ai vari livelli, non è mai pervenuto come ministro. Semmai sono evidenti i guasti che ha combinato, i problemi che ha creato, le ingiustizie che ha tutelato. Quanti miliardi sprecati in anni di pessima gestione!
Salvini è quello dell’autonomia differenziata, e quello del delirio del Ponte sullo Stretto che è uno sfregio all’ambiente ed è un disastro per i conti dello Stato. Salvini è quello che straparla, dall’alto di una vasta ignoranza e di una devastante incompetenza. Salvini è quello dei 49 milioni di euro, è quello dei viaggi a Mosca mai documentati, è quello delle dubbie frequentazioni, e a livello internazionale quello che ha stretto rapporti con personaggi alquanto indifferenti verso la democrazia.
Salvini ha sempre predicato odio, dapprima verso i meridionali, poi per chiunque avesse la pelle scura. È quello che ha diffuso veleni contro i migranti e le persone deboli, è quello che ha fatto scempio delle regole del buon senso, del vivere civile, del confronto democratico. Salvini non doveva finire in carcere, Salvini se ne sarebbe dovuto tornare a casa almeno trent’anni fa, e il paese ci avrebbe guadagnato molto.
Ma almeno per ora la smetterà di fare la vittima e di parlare di zecche rosse e di giudici comunisti. Almeno questo ce lo siamo risparmiati per un po’.