Un coacervo di interessi, mostruosi e trasversali, all'ombra di un progetto politico che di politico ha poco o nulla. Se non la spartizione di soldi e potere
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Un coacervo di interessi, mostruosi e trasversali, all'ombra di un progetto politico che di politico strictu sensu ha poco o nulla. Se non la spartizione di soldi e potere. Un fiume di quattrini e la possibilità di far "chiovira e scampara" a proprio piacimento (per dirla alla catanzarese).
Parliamo di importanti visite specialistiche sostenute saltando ogni lista d'attesa e talvolta anche in forma gratuita; code evitate per ogni genere di procedura; esami di abilitazione all'esercizio di una certa professione con tanto di 'etichette scambiate alla bisogna' fra promossi e bocciati; prove scolastiche e universitarie facilitate in ogni modo; assegnazioni di consulenze e incarichi pagati a peso d'oro, conferiti ad amici e notabili del territorio, nonché come ovvio - considerati i tempi grami che corrono - posti di lavoro pubblici a chiamata diretta.
Uno scenario sconfortante perché tutt'altro che edificante, concepito e protetto da coperture istituzionali al massimo livello locale e non soltanto, mistificazioni e manipolazioni dell'informazione (si fa per dire, ossia chiedendo scusa a chi ogni giorno fa il giornalista senza timori reverenziali nei confronti di nessuno o, peggio, sotto dettatura: una vergogna che da noi è un vanto sinonimo di 'equilibrio').
Ma se pensate che sia tutto qui e si tratti della solita banalissima storia, più vecchia del mondo stesso peraltro, di inaccettabili privilegi concessi a quanti hanno Santi in Paradiso, con tanto di corruzione e ingiustizie assortite, si sbaglia. E di grosso pure. Sullo sfondo c'è infatti un sistema che, dopo alcuni errori commessi in passato in cui c'era comunque un po' meno bisogno e dunque un po' più libertà (anche di voto), punta adesso a fare asso pigliatutto.
Non che prima ci fossero dei dilettanti allo sbaraglio in tale ambito, per carità. Sta però di fatto che i tentativi di 'accorduni' bipartisan - leggasi (bi o, meglio, fra) gruppi affaristici - non sono stati collaudati a tal punto da chiudere i giochi come sembra accadrà invece stavolta in cui le forze in campo alle Amministrative venture del capoluogo potrebbero essere come il Milan e la Juve, ma anche la Lazio e il Parma da cui in verità nacque il megaprogetto, nel periodo della Gea World.
Parlo di blasonate e grandi società, e rispettivi squadroni, divise ovvero in lotta sul campo, tuttavia parecchio unite fuori da affari condivisi nella compravendita di allenatori e soprattutto calciatori per centinaia di miliardi di lire prima e milioni di euro subito dopo. Ecco perché, seppur in piccolo rispetto alle cifre astronomiche della Gea o di altri assai più prestigiosi contesti cittadini italiani, sarà molto facile che avvenga lo stesso, a prescindere dal nome del sindaco (a quel punto addirittura un mero dettaglio).
A contare saranno infatti gli affari e null'altro. Che prevedono 'stecca para' per tutti', o quasi, gli appartenenti al giro giusto. Un giro largo, ma non larghissimo, in cui la 'Catanzaro Bene' aprirà le porte a mediatori, faccendieri, lacchè, prestanomi, cavalier serventi e personaggi in cerca d'autore, garantendo loro un buon obolo.
Il grosso guaio, tuttavia, è che nel prossimo futuro della decisiva partita non saranno unicamente politici mestieranti e traffichini, professionisti a caccia di sempre maggiori guadagni, imprenditori più o meno capaci, e fiancheggiatori vari. No, ahinoi no. Ci sarà anche la 'ndrangheta. Nemmeno questo, purtroppo, un inedito assoluto. La novità preoccupante sarà semmai che nell'occasione non avrà il solito ruolo di convitato di pietra, magari non combattuto e tenuto a bada (si fa per dire) con un lauto contentino, bensì con una 'funzione totalizzante' acquisita grazie ai pontieri del... mondo di sopra da cui è stata da anni presa per mano e condotta al 'gran ballo'.
Un protagonismo manifestato condizionando le scelte chiave e facendo eleggere qualcuno, o più di qualcuno, che risponde in tutto e per tutto ai desiderata dell'organizzazione malavitosa. Un salto di qualità, chiamiamolo così, delle élite mafiose che se si perfezionerà in questi termini esatti dipingerà un quadro desolante e a tinte fosche. Anzi, drammatico, se in particolare il procuratore Nicola Gratteri fosse già lontano da Catanzaro come ormai è certo accadrà in futuro.