Chiacchierare al tavolino di un bar e consumare il caffè con un amico, per poi alzarsi dopo un’ora e pagare 1 euro e 20 centesimi, al massimo 1,40. Succede nei bar dei piccoli comune, come in una città. Lo abbiamo verificato proprio ieri in città come Cosenza e Rende, in due bar lo stesso prezzo dopo un’ora: 1 euro e 20 centesimi.
Piccola storia raccontata da una giovane coppia di Forli, in vacanza in Calabria, sul Tirreno reggino. La ragazza per un colpo di sole non si sente benissimo, una signora nota la difficoltà e si avvicina, poi accompagna la coppietta a casa sua, a cento metri dalla spiaggia. Una bevanda fresca, un divano per riposare, il bagno a disposizione.
Ci sono decine di casi come questi che chi misura la qualità della vita con studi certamente ben fatti, non può tenerne conto, perché non hanno valore. Come spiegare che qualità della vita significa anche scendere dalla bella Lorica o Camigliatello, a 1400 metri d’altitudine, e raggiungere in una mezz’oretta il mare ionio crotonese.

Ci sono in Calabria tante trattorie e piccoli ristoranti dove ancora oggi con 20-22 euro si riesce a mangiare un primo e un secondo. Ben fatti.
Che volete, ci sono tanti problemi, i comuni non hanno soldi per migliorare i servizi perché in Calabria le entrate sono scarse, non c’è industria e non ci sono grandi imprese. Ma possiamo vantare che sull’altopiano della Sila si respira l’aria tra le più pulite d’Europa. E lo è per gran parte della Calabria, dal Pollino all’Aspromonte, dove la qualità della vita è straordinaria, i prezzi sono contenuti, le distanze sono corte, tutto è a portata di mano. Perché da noi pesa molto il rapporto umano, uno certo spirito di accoglienza, la possibilità di godere le bellezza naturali e paesaggistiche che dominano ogni angolo di queste terre. Ma queste cose non contano nulla per misurare la qualità della vita.

Milano sarà sempre Milano, Torino sarà sempre Torino, tutto il Nord sarà sempre il Nord. Il Sud sta giù. Con tutti i suoi limiti, i giovani in fuga nell’indifferenza generale, una capacità di autogoverno molto scarsa.
Certo, se calabresi e siciliani invocano da decenni strade e ferrovie decenti e il governo risponde imponendo un inutile e costosissimo Ponte, di chi è la colpa? Ma noi non cambieremo mai il Sud con il Nord. Ci dispiace, state pure bene al nord, perché avete tutto. Anche di più.

Un consiglio: fate un salto a Isca sullo Ionio, piccolo Comune di trecento abitanti, troverete la signora Ginevra dell’Orso, che vive lì con la sua famigliola da diversi anni, felice e contenta, avendo lasciato la sua Milano dove stava molto bene, lavorava e guadagnava, ma ha pensato di fuggire dal caos, dalla confusione, da uno stress insopportabile. Chiedete a Ginevra e ai suoi due ragazzi, come stanno in Calabria. E se fate un giro, di storie come quella di Ginevra, ne troverete a decine. Fate la prova.