Il segretario della Fimp invita il settore Prevenzione a intervenire sulle Aziende per verificare lo stato si applicazione dell'intesa e capire quali sono gli ostacoli che ne impediscono la messa in atto e chiede l'inserimento nel programma di immunizzazione della somministrazione contro il virus respiratorio sinciziale
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«I pediatri di famiglia sono sempre più in prima linea nell’attività di educazione alla salute e prevenzione delle malattie. I risultati della prevenzione sono evidenti, però, quasi sempre a lungo termine, per cui spesso vengono sottovalutati in fase di programmazione, salvo poi ricredersi e cercare di correre ai ripari quando si analizza il progressivo aumento dell’incidenza delle malattie prevenibili e delle loro complicanze». È quanto si legge in una nota firmata da Antonio Guarnari, segretario regionale Fimp (Federazione italiana medici pediatri) Calabria, ed inviata per conoscenza anche al commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario calabrese Roberto Occhiuto.
«Una delle procedure di prevenzione che ha delle ricadute più immediate in termini di salute, e che ha un rapporto costo/beneficio nettamente favorevole, è rappresentata dalla vaccinazione che, pertanto, risulta anche economicamente conveniente per la sanità pubblica. La nostra Regione, grazie ad una accorta programmazione da parte del Dipartimento regionale, pur con le difficoltà economiche legate al Piano di rientro del debito in sanità, sta puntando molto sulla prevenzione, cercando di coinvolgere tutti gli operatori sanitari, ognuno per quanto di propria competenza. Per questo, circa un anno fa è stato sottoscritto un accordo quadro regionale con la Medicina generale e la Pediatria di famiglia per ampliare la possibilità di fare le vaccinazioni, non solo nei centri vaccinali, ma anche dal proprio medico o dal pediatra. Questo accordo continua ad avere delle difficoltà di applicazione in diverse Aziende sanitarie, per cui la Fimp Calabria (Federazione Italiana Medici Pediatri) invita il Dipartimento, e in particolare il responsabile del Settore Prevenzione, ad intervenire sulle Aziende per verificare lo stato di applicazione di tale accordo e quali sono le difficoltà applicative».
«La recente ricomparsa di casi di morbillo in Europa, con diversi casi registrati anche in Italia in diverse regioni, ci ricorda che bisogna operare per tenere alto il grado di immunizzazione della popolazione per questa malattia, come per tutte le altre malattie che possono essere prevenute con la vaccinazione, con tutti i presidi che oggi la ricerca ci mette a disposizione».
«Ad esempio, quest’anno nella stagione autunno/invernale appena conclusa si è avuta una importante epidemia da Vrs (Virus Respiratorio Sinciziale) che provoca la bronchiolite, un’infezione acuta delle vie respiratorie dei bambini nei primi due anni di vita, che è oggi la principale causa di ospedalizzazione nel primo anno di vita. Il picco di incidenza del Vrs corrisponde a quello delle altre forme influenzali e contribuisce a determinare un sovraccarico assistenziale con migliaia di accessi negli ambulatori dei pediatri di famiglia e nei Pronto soccorso e un elevato numero di ricoveri in ospedale ed in terapia intensiva per le forme gravi. Per questo motivo, la prevenzione dell’infezione da Vrs rappresenta anche una priorità di sanità pubblica riconosciuta dall’Oms. Sono ora disponibili delle soluzioni per prevenire questa patologia e, tra queste, il nirsevimab, un anticorpo monoclonale che con un’unica somministrazione protegge i lattanti per tutto il periodo epidemico. Sia i dati degli studi condotti in fase di registrazione, che i dati di utilizzo sul campo nei paesi in cui è stato già utilizzato nella stagione scorsa (Spagna, Usa, Lussemburgo), ne confermano l’efficacia con la riduzione di circa l’80% delle forme gravi che richiedono ospedalizzazione».
«In Italia, il board del Calendario vaccinale per la vita, composto dalle società scientifiche Siti, Fimp, Sip e Fimmg, sulla base di questi dati, raccomanda l’utilizzo del nirsevimab per l’immunizzazione per tutti i nuovi nati alla loro prima stagione autunno/invernale e il suo inserimento nel calendario del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, essendo un presidio preventivo e non terapeutico. Anche il Ministero della Salute ha, di recente, diramato una circolare con le “Misure di prevenzione e immunizzazione dell’Rsv in Italia per la prossima stagione 2024/25” richiamando la possibilità di prevenire, a partire dalla prossima stagione, la diffusione del Vrs nei bambini con l’utilizzo del nuovo anticorpo monoclonale».
«I pediatri di famiglia della Fimp Calabria confidano che anche la nostra Regione, che da diversi anni è all’avanguardia nelle strategie di prevenzione delle malattie infettive, renda disponibile questa opportunità per tutti i nuovi nati, inserendola nel programma di immunizzazione regionale, in modo da proteggere i nostri bambini e ridurre la pressione che si verifica durante la stagione invernale sulle nostre strutture sanitarie che, come sappiamo, sono ancora in sofferenza e necessitano del completamento del programma di manutenzione e rafforzamento che la Regione, con tanti sforzi, sta mettendo in campo per garantire un Servizio Sanitario efficiente ai cittadini calabresi. Prova ne è l’assenza, di cui si parla da anni, di una unità di terapia intensiva pediatrica in tutta la Regione, che costringe a prestare le cure ai piccoli pazienti che ne hanno bisogno nelle terapie intensive neonatali oppure nelle terapie intensive dell’adulto».
«Per tale motivo, la Fimp Calabria si dichiara disponibile ad essere parte attiva di questa strategia, consapevole del fatto che i pediatri di famiglia sono per i genitori un punto di riferimento certo per gli interventi assistenziali che riguardano i loro figli e possono favorire una scelta consapevole verso questo presidio di prevenzione che, come anzidetto, può ridurre in modo evidente la morbilità infantile stagionale e ridurre l’impatto sul servizio sanitario calabrese. Naturalmente, sono sempre a disposizione e aperte al confronto le professionalità e le competenze interne alla nostra associazione su questo, come su altri temi che riguardano la salute dei soggetti in età pediatrica/adolescenziale».