«Lo sperpero di risorse pubbliche è sempre odioso, lo diventa ancor di più quando era stato denunciato da tempo e non si è posto rimedio». È quanto dichiara il sindacato Csa-Cisal sulla vicenda dell’affitto a carico della Regione Calabria di un immobile a Catanzaro «utilizzato come deposito di vecchi faldoni e materiale fuori uso per una spesa di 146mila euro all’anno». 

Il sindacato Csa-Cisal nell’agosto del 2019 aveva denunciato la questione. «Da allora cosa è cambiato? Il degrado è sicuramente aumentato- si legge nella nota - e anche mutato il beneficiario privato del canone di locazione (poiché il precedente proprietario ha proceduto alla cessione del ramo d’azienda, fra cui appunto il bene oggetto del contratto con la Regione), ma per il resto rimane l’incredibile spreco di soldi pubblici dei contribuenti calabresi. Anzi, un’altra cosa è cambiata, rispetto all’ultima visita (appunto nel 2019), è sensibilmente diminuito il materiale (principalmente cartaceo) accatastato all’interno dell’autorimessa. E quindi, a maggior ragione - chiede il sindacato CSA-Cisal - a cosa serve continuare a pagare un fitto passivo per un immobile in cui faldoni e altro materiale regionale sono tenuti in condizioni così precarie e soprattutto occupando un davvero esiguo spazio rispetto alle dimensioni dell’autorimessa?
Non sarebbe stato meglio - già a partire dal 2019 - scegliere un’altra soluzione risparmiando il danaro dei calabresi?»

«L’ultima liquidazione risale ad agosto 2022, infatti con decreto n. 9096 si è proceduto a liquidare al privato la seconda rata semestrale dopo quella erogata ad aprile 2022. Considerando che il contratto in essere è stato stipulato nel 2016, la Regione ha complessivamente speso - fino a oggi - 878 mila euro per un deposito dalla dubbia utilità. E dire che - citando lo stesso decreto di liquidazione che ricostruisce l’iter amministrativo della pratica - questo contratto avrebbe dovuto risolversi già nel 2015, quando l’Amministrazione regionale si apprestava a trasferirsi negli ampi locali della Cittadella, una delle strutture più spaziose della Calabria. Ma, è stata attivata una clausola contrattuale che ha consentito la sopravvivenza del fitto passivo: “all’atto dello sgombero dei predetti locali sono emerse difficoltà inerenti l’idonea allocazione, in tempi brevi, delle copiose quantità di materiale cartaceo e di arredi non dislocabili in altri immobili in proprietà all'Amministrazione regionale”. Ecco, sono passati ormai diversi anni da quel momento e i materiali oggi presenti si sono notevolmente ridotti, quanto rimasto è lasciato in condizioni vergognose e quindi non si capisce perché continuare a pagare questo oneroso contratto di locazione che pesa sulle tasche dei contribuenti calabresi».

Il sindacato CSA-Cisal chiede «l’immediata bonifica per evitare che il materiale sostanzialmente abbandonato vada definitivamente in malora e invita l’Amministrazione regionale a prendere atto che la spesa di 146 mila euro annui per il deposito in via Molè non ha più senso. Meglio impiegare la somma per bisogni più stringenti dei calabresi. Siamo certi che il presidente della Giunta regionale, avendo già adottato azioni anti-spreco di soldi dei calabresi, non sia a conoscenza di questo fitto passivo e che non possa che concordare con il sindacato sulla necessità di intervenire al più presto».