Tansi spiega in una nota i motivi per cui il suo movimento, Tesoro Calabria, si schiera decisamente con Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato, candidati in Calabria per il Movimento 5 stelle alle prossime Politiche del 25 settembre.

«Tesoro Calabria, pur non partecipando alla corsa elettorale – si legge nel comunicato che dà conto di un incontro tenutosi questa mattina - ha voluto prendere decisamente le distanze dai soliti sistemi clientelari e trasversali appartenenti al solito Put (Partito Unico della Torta) del quale fanno parte Pd, Azione-Iv, Fi, Fdi, Lega ecc.., ritenendo che, nell’esclusivo interesse e per la dignità di questa Regione, l’unica alternativa valida sia quella di sostenere, oltre che la candidatura di De Raho, anche quella di Roberto Scarpinato, candidato al Senato sempre con i 5 Stelle».

Dunque, elenca i motivi della scelta, cominciando da De Raho: «È il simbolo della battaglia contro la criminalità organizzata. Dopo aver dedicato decenni alla lotta contro la mafia nelle zone più critiche d’Italia, ha concluso la sua brillante carriera rivestendo la carica, tra il 2017 e il 2022, di Procuratore nazionale Antimafia. Era entrato in magistratura nel 1977 e ha ricoperto la carica di pubblico ministero a Milano e a Napoli. Nel corso della sua attività è stato tra i protagonisti dei processi più significativi e complessi contro la camorra e reso possibile l’arresto di molti boss della camorra latitanti. Ha fatto parte del pool che ha coordinato l’attività investigativa che si è tradotta nel processo Spartacus contro il clan dei Casalesi nell’ambito del quale ha rappresentato la pubblica accusa, consentendo la condanna di centinaia di camorristi. Successivamente, si è dedicato alla Ndrangheta come procuratore capo di Reggio Calabria tra il 2013 e il 2017».

Poi, passa a Scarpinato: «È stato membro del pool antimafia nel quale ha collaborato con Falcone e Borsellino. Si è occupato della requisitoria ai processi sugli assassini di Mattarella, La Torre e Dalla Chiesa. In seguito alle stragi di via D’Amelio del 19 luglio 1992, è stato promotore della rivolta di otto sostituti procuratori contro il procuratore capo Pietro Giammanco, accusato di aver isolato Falcone costringendolo a lasciare la Procura di Palermo. La presa di posizione ha costretto Giammanco al trasferimento e avviato la svolta a Palermo con la nomina del nuovo procuratore Giancarlo Caselli, l’arresto di Riina e i processi per mafia che porteranno sul banco degli accusati molti intoccabili, tra cui Andreotti e Contrada. Ha condotto inchieste sui rapporti mafia-massoneria deviata e sulla Trattativa Stato-mafia. Tra il 2008 e il 2010, in qualità di Direttore del Dipartimento mafia-economia, ha sequestrato patrimoni illegali all’estero e in Italia per un valore di circa 4 miliardi. Nel 2013 è entrato a far parte del Consiglio Superiore della Magistratura».

Infine, Tansi conclude: «Ancora una volta Tesoro Calabria vuole essere parte attiva di azioni costruttive, nella speranza che la nostra Terra possa liberarsi dalle catene del malaffare e dell’incompetenza amministrativa».