«La situazione degli specializzandi dirigenti sanitari di area non medica, tra cui biologi, chimici, farmacisti, psicologi, veterinari, è semplicemente assurda. Questi professionisti, che quotidianamente contribuiscono alla cura e al benessere della nostra comunità, durante il periodo di specializzazione non usufruiscono di alcuna indennità, nonostante prestino servizio attivamente, fornendo prestazioni sanitarie e socio-sanitarie. Inoltre, si trovano a dover sostenere oneri economici considerevoli per le rette universitarie e le spese logistiche». È quanto afferma la consigliera regionale del Partito democratico, Amalia Bruni.

«Per questo motivo, ho ritenuto un dovere sottoporre la questione all'attenzione del presidente della Giunta regionale attraverso una specifica interrogazione – sottolinea Bruni -. Nei giorni scorsi ho ricevuto una risposta formale dall'assessore al Lavoro e Alta Formazione che, purtroppo, ritengo assolutamente insoddisfacente. La risposta si può sintetizzare in un "manca un quadro normativo nazionale di riferimento e, pertanto, non possiamo fare nulla". Questo è un punto che avevo già evidenziato nell'interrogazione».

«È vero che non esiste un quadro normativo nazionale chiaro, ma non è accettabile restare fermi in attesa di una soluzione centrale, quando diverse regioni italiane, tra cui Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Campania, Sardegna e ora anche la Sicilia, hanno già preso iniziative autonome per garantire agli specializzandi dirigenti sanitari di area non medica una indennità. Se lo possono fare loro, possiamo farlo anche noi», esclama la consigliera regionale democrat.

«Esistono infatti risorse che potrebbero essere utilizzate, come quelle derivanti dal Programma Regionale 2021/2027 o eventuali residui di altre misure. Non possiamo permettere che continui una disparità di trattamento così ingiusta tra giovani professionisti che afferiscono all'alta formazione del nostro Servizio sanitario nazionale – conclude la consigliera Bruni -. In questi giorni è in corso la sessione di bilancio nazionale, e tra poco si aprirà anche quella regionale. Ritengo che sia possibile rispondere a una domanda di giustizia che non può più essere ignorata. Gli specializzandi hanno diritto al nostro sostegno, e la Regione Calabria ha il dovere di fare la sua parte, anche in attesa di un intervento legislativo nazionale».