Gli organizzatori dell’antico rito rigettano categoricamente l’ipotesi che qualcuno si sia tirato indietro perché troppo “chiacchierato”: «È falso, nessuno ha rinunciato. I nominativi erano noti da tempo alle forze dell’ordine»
Tutti gli articoli di Note stampa
PHOTO
«Apprendiamo con grande sconcerto quanto sostenuto da un giornale locale, secondo il quale in occasione dell’Affruntata di Sant’Onofrio si sarebbero registrate defezioni dell’ultimo minuto tra i portantini. Una notizia assolutamente priva di fondamento, perché nessuno dei portantini designati ha rinunciato ed è stato sostituito. L’organizzazione dell’antico rito, fortemente sentito dall’intera comunità santonofrese, è stata frutto di un lavoro certosino e trasparente, ineccepibilmente svolto nel solco della legalità».
È quanto scrive in una nota l’Arciconfraternita guidata dalla priora Caterina Malfarà Sacchini, che insieme al parroco don Franco Fragalà, ha organizzato l’atteso rito pasquale. «Tutto è stato gestito con pieno spirito di collaborazione con le forze dell'ordine, per la buona riuscita di una manifestazione che, da secoli, rafforza la fede della comunità santonofrese».
«Dunque, lo ribadiamo – continua la nota -, a Sant'Onofrio non c'è stata alcuna anomalia dell'ultimo minuto, nessuna rinuncia sospetta, nessun cambio improvviso e repentino, nessuna sostituzione e nessuna bocciatura! Tutto si è svolto in modo regolare con sorteggi pubblici dei portantini i cui nominativi sono stati debitamente notificati agli organi di competenza entro i termini stabiliti. Nomi tempestivamente pubblicati, a cui si è data ampia evidenza con molte settimane d’anticipo rispetto alla domenica di Pasqua, giorno nel quale si svolge l’Affruntata».
Per l’Arciconfraternita «Sant'Onofrio è un paese ricco di spiritualità, contraddistinto da una profonda devozione che la comunità esprime non soltanto in occasione delle principali ricorrenze, ma durante tutto l’anno, con una grande partecipazione attiva».
L’illazione che qualche portantino abbia dato forfait all’ultimo momento perché troppo “chiacchierato”, «mortifica profondamente il sentimento di tutti noi e rischia di inficiare gli instancabili sforzi per garantire la massima trasparenza e il massimo rispetto della legalità, principio che ispira la nostra attività alla stregua della nostra solida fede cristiana».
«Perpetrare - conclude la nota - il luogo comune di un inquinamento malavitoso, senza che questo sia sostenuto da circostanze concrete e da riscontri oggettivi, è ingeneroso e umiliante per chi, al contrario, cerca di riscattare una volta per tutte le tradizioni religiose da un passato che non ci appartiene più».