Il commissario regionale del partito dopo l'intervento in Senato del segretario del Carroccio: «Bisogna utilizzare tutti i canali per cercare di risolvere il conflitto con la diplomazia»
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«Siamo ad un bivio e l’Italia rischia di entrare in guerra. Un possibile pericolo imminente che potrebbe coinvolgerci in un conflitto dalle conseguenze oggi impensabili. Su tale questione, di rilevanza e fondamentale valenza per noi italiani, è intervenuto in Senato Matteo Salvini che ha dato una lettura ed interpretazione di alto respiro e livello, dimostrando di essere il vero leader del centrodestra». Lo scrive in una nota stampa il commissario regionale Lega, Giacomo Francesco Saccomanno. Un’analisi, quella di Saccomanno che a dire il vero glissa in maniera fin troppo evidente sul sostegno che Salvini ha sempre espresso nei confronti del presidente russo Vladimir Putin (indimenticabile la sua foto dinnanzi al Cremlino con il pollice alzato e una maglietta con su impresso il volto di Putin). Ma tant'è.
«Sì alla difesa determinata dell’Ucraina - continua la nota -, che è stata ignobilmente invasa e che sta pagando il proprio diritto alla libertà, no ad un possibile conflitto che si sa come inizia, ma non si sa mai come potrebbe finire. Utilizzare tutti i canali per cercare di risolvere con la diplomazia il conflitto, lasciare aperta ogni possibilità di dialogo, fare di tutto per porre fine a questo quasi inspiegabile momento di guerra. Condanna severa dell’invasore e assunzione di tutte le misure ritenute necessarie, ma, nello stesso tempo, mantenere toni bassi e un dialogo costante per raggiungere un’intesa».
La riflessione di Saccomanno ha riguardato anche gli effetti della crisi: «Gli italiani da questo conflitto – si fa presente - pagheranno un prezzo salato per l’aumento del costo dell’energia e per il blocco del mercato russo, ma è indispensabile dimostrare fermezza ed unità. Quindi, accanto a Mario Draghi, accanto alla Nato, accanto all’Europa, ma sempre con un occhio vigile verso i possibili percorsi di pace. L’economia – conclude - si può risanare, i danni di una guerra, invece, sono indelebili e rischiano di lasciare per terra tanti morti innocenti. Allora, con la stessa determinazione le sanzioni, ma anche tutto il possibile per cercare di fermare il conflitto».