«Tu chiamala se vuoi Trasparenza. Dopo che il sindacato CSA-Cisal ha sollevato la questione delle decine e decine di delibere della Giunta regionale incredibilmente non pubblicate, e nel frattempo abbiamo notato che alcune di esse finalmente sono state rese note (ma ne mancano ancora parecchie!), continua il filone della trasparenza mancata in Regione Calabria. Questa volta ci spostiamo su un altro terreno. A quanto pare non c’è soltanto una questione di delibere “secretate”, ma sulla Giunta ci sono anche altri preoccupanti “coni d’ombra”».  Si legge in una nota di CSA-Cisal.

La sezione amministrazione trasparente “vuota” 

«Per tutti gli Enti pubblici, ormai da qualche anno, esiste un’apposita sezione rintracciabile dal portale istituzionale denominata “Amministrazione Trasparente”. Come dice lo stesso nome, all’interno vanno inseriti una serie di dati e informazioni. Il carattere di questa pubblicazione è obbligatorio, discendendo da una legge nazionale: il Dlgs n. 33 del 2013. Ebbene, l’articolo 14 prevede che per i titolari di incarichi politici devono essere presentati: a) l'atto di nomina o di proclamazione, con l'indicazione della durata dell'incarico o del mandato elettivo; b) il curriculum; c) i compensi di qualsiasi natura connessi all'assunzione della carica; gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici; d) i dati relativi all'assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti; e) gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l'indicazione dei compensi spettanti; f) le dichiarazioni di cui all'articolo 2, della legge 5 luglio 1982, n. 441, nonché le attestazioni e dichiarazioni di cui agli articoli 3 e 4 della medesima legge, come modificata dal presente decreto, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano»

«Il comma 2, sempre dell’articolo 14 del Dlgs n. 33 del 2013, dispone che tali informazioni debbano essere pubblicate entro tre mesi dall’atto di nomina e debbano restare disponibili per i tre anni successivi alla data di cessazione. Tuttavia, accedendo alla sezione dedicata ai titolari di incarichi politici, essa rimane inspiegabilmente vuota. Eppure, i membri della Giunta attualmente in carica sono stati nominati da ormai più di un anno, ben oltre i tre mesi previsti dalla legge. Così come non risultano pubblicati i dati dei componenti della Giunta uscente non essendo ancora trascorsi i tre anni previsti sempre dalla legge. Una gravissima “dimenticanza”. Vorremmo sottolineare - aggiunge il sindacato CSA-Cisal - che in caso di mancata pubblicazione dei dati nella sezione “Amministrazione Trasparente” può scattare una pesante sanzione da parte dell’Anac. Senza dimenticare l’inspiegabile opacità su queste informazioni che invece nella pressoché totalità delle Pubbliche Amministrazioni italiane sono fornite senza alcuna riserva».

La legge regionale n.9 e l’anagrafe pubblica dimenticata

«Ma ad essere violata non è soltanto una legge nazionale. In parallelo, in tema di trasparenza, viaggia la legge regionale n. 9 del 2018, che ha un apposito Titolo (il quarto) così rubricato: “Norme in materia di trasparenza patrimoniale e associativa dei componenti degli organi della Regione e dei titolari di cariche istituzionali di garanzia e di cariche direttive. Istituzione dell'anagrafe pubblica dei consiglieri e degli assessori regionali”. Si tratta di un insieme di regole che rafforzano gli adempimenti di trasparenza e pubblicità enunciati dal Dlgs n. 33 del 2013 e, nel caso di consiglieri e assessori regionali, istituisce un’apposita “anagrafe pubblica”. Per quanto attiene ai membri della Giunta i documenti di interesse sono: 1 Curriculum vitae; 2 dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, e relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti; 3 Altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e indicazione dei compensi spettanti; 4 Copia dell’ultima dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche (medesima documentazione anche per il soggetto, il coniuge non separato e i parenti entro il secondo grado, ove gli stessi lo consentano. In assenza di disponibilità occorre che il titolare dell’incarico di Giunta, rilasci apposita dichiarazione in merito al mancato consenso); 5 Dati relativi a incarichi elettivi e le cariche ricoperte, anche al di fuori del Consiglio regionale, negli ultimi dieci anni; 6 la dichiarazione sulla situazione associativa di cui all’articolo 44».

«Aggiungiamo che, oltre a tutto ciò, l’anagrafe pubblica inserisce una cosa aggiuntiva (vedi l’articolo 47): l’elenco delle presenze di ciascun assessore alle sedute della Giunta e del Consiglio regionale. Come per la sezione di “Amministrazione Trasparente”, l’anagrafe pubblica della Giunta regionale risulta miseramente vuota. O meglio c’è sì l’elenco dei componenti della Giunta ma le varie voci con i documenti portano tutti la dicitura “Pagina in costruzione”, ossia non ci sono. Compaiono solamente le voci sulle presenze in Giunta, ma limitatamente a quelle svolte a febbraio e marzo 2021. Ma scusate tutte le altre sedute che fine hanno fatto?»

L'unico assessore con i dati pubblicati è Gallo

«Per essere precisi - come è sempre il sindacato CSA-Cisal - l’unico assessore che ha trasmesso la documentazione oggetto degli obblighi di trasparenza e pubblicità risulta essere l’assessore Gianluca Gallo, che tuttavia compare nell’anagrafe pubblica dei consiglieri regionali essendo questi  stato eletto a Palazzo Campanella. E dobbiamo dire, che l’anagrafe pubblica tenuta dal Consiglio regionale, risulta completa a differenza di quella tenuta dalla Giunta regionale. Dunque, l’anomalia riguarda proprio la Cittadella regionale. Ma non per tutti. Tornando alla sezione “Amministrazione Trasparente” non sarà sfuggito che gli adempimenti riguardino anche i titolari di incarichi dirigenziali».

«Apprezziamo - al contrario di quanto avviene con i membri della Giunta - la puntualità della pubblicazione dei dati relativi sia ai dirigenti di vertice (i direttori generali dei dipartimenti) sia di quelli relativi ai dirigenti di settore. Come mai, la politica preferisce questa segretezza mentre i dirigenti - di fronte a uguali obblighi di trasparenza - sono ottemperanti? E non si dica che la colpa è di altri. L’articolo 42 prescrive testualmente: “Il Presidente della Giunta regionale e ciascun assessore, entro tre mesi dalla proclamazione o dalla nomina, sono tenuti a trasmettere le dichiarazioni di cui all'articolo 41, comma 1, lettere a), b) e d), ai competenti uffici della Giunta regionale. Si applica l'articolo 41, comma 3.2”. E ancora: “Il Presidente della Giunta regionale e ciascuno degli assessori scelti fra soggetti candidati al Consiglio regionale, sono altresì tenuti a trasmettere la dichiarazione di cui all'articolo 41, comma 1, lettera c). Si applica l’articolo 41, comma 4”». 

la responsabile scriveva come la Regione fosse “inadempiente” 

«Che ci sia una grave falla se ne è accorta anche la burocrazia regionale. Indipendentemente dalla dimenticanza degli assessori, si era aperta una sorta di controversia su chi gravasse l’obbligo di pubblicazione di tutti gli elementi sopra ricordati. C’è stata una fitta corrispondenza fra il Segretario generale e il Dipartimento Presidenza fra la fine di febbraio e metà marzo. Nonostante all’interno del Segretario esista il settore “Legalità e Sicurezza, Coordinamento strategico società, fondazioni, enti strumentali e (guarda caso) attuazione L.r. n. 9/2018”, alla fine - come accordato nella riunione del comitato di direzione del 10 marzo 2021 – “temporaneamente e con decorrenza da Aprile” sarà il dipartimento presidenza a farsi carico dell’onere di effettuare le pubblicazioni. Come conferma la nota inviata il 30 marzo in cui si allegano altresì i modelli per agevolare la trasmissione di dati e informazioni. Resta il fatto che per tutto questo tempo l’Amministrazione si era dimenticata di tutto. Basta ricordare la nota n. 113522 del 10 marzo in cui la Responsabile dell’Anticorruzione e della Trasparenza testualmente sosteneva come “La Regione Calabria è inadempiente rispetto agli obblighi di pubblicazione previsti dall’articolo 47 L.r. 9/2018”. Quest’ultima ha effettuato un sollecito giusto il 15 aprile, fissando la scadenza del 30 aprile. Come si può intuire, l’intera vicenda non fa che dimostrare per l’ennesima volta come la trasparenza sia considerata quasi come una “seccatura”».

«Invece di costituire un caposaldo dell’azione amministrativa è continuamente trascurata e bistratta, nonostante ci siano leggi nazionali e regionali chiare e puntuali. In questo momento - aggiunge il sindacato CSA-Cisal -  nessuno se lo volesse può conoscere l’indennità di un assessore della Regione Calabria, così come il suo curriculum vitae perché non è presente né nella sezione “Amministrazione Trasparente” né nell’Anagrafe Pubblica della Giunta regionale. E come dovrebbe consolidarsi il rapporto tra politica e cittadini se questi ultimi vengono tenuti all’oscuro di elementi così importanti e la cui conoscenza dovrebbe essere scontata? Come può l’organo esecutivo dimenticarsi queste informazioni basilari che nei comuni di qualche migliaio di abitanti invece provvedono a rendere note? Chiediamo pertanto che si provveda immediatamente a sanare questa incredibile lacuna. In caso contrario, dovrà essere (e non sarebbe la prima volta) l’Anac a dover intervenire per ripristinare adempimenti che pensavamo fossero scontati. È veramente grave questa persistenza nell’opacità, ma il sindacato CSA-Cisal continuerà nelle sue battaglie di trasparenza perché - come spesso ribadiamo - la Regione Calabria non è un domicilio privato ma la casa dei calabresi».