Il PSE e le liste del centrosinistra cosentino, prendono atto che i cosiddetti maggiorenti del PD hanno confermato la loro decisione di sopprimere a Cosenza, unica città in Italia, lo svolgimento delle primarie. Non era e non è in discussione il nome del loro candidato a sindaco che avrebbero sottoposto alla valutazione dei cittadini di Cosenza ma semplicemente il rispetto di una regola che liberamente i partiti si sono dati e che è stata ed è sempre applicata in ogni occasione, dalla scelta del presidente del Consiglio, a quella del governatore della Calabria, sino ai sindaci di Milano, Roma, Napoli. Il PD di Cosenza ha deciso però in senso contrario: i cittadini di Cosenza non devono avere questo diritto. Avverso questa decisione che contrasta non solo con un elementare principio di democrazia ma anche con lo statuto del PD che all’art. 18 prevede espressamente la necessità di svolgere le primarie di coalizione, si potrebbe avanzare anche ricorso alle commissioni di garanzia pure previste nel suddetto statuto. Tuttavia, il PSE e gli altri alleati della coalizione non pensano che la politica debba ridursi ad un contenzioso nelle aule di giustizia e perciò ritengono che sia giunto il momento di dare finalmente spazio al confronto politico e di mettere la parola fine ad una sequenza di rimpiattini, di pressioni, di intrighi, di bugie, di assicurazioni non mantenute con le quali un partito che non riesce ad avere nel proprio dna le doti della lealtà e della legalità, pensa di tenere in scacco la comunità cosentina e tutti coloro i quali ritengono che la celebrazione delle elezioni sia il momento più alto delle istituzioni del nostro Paese. Con la consumazione di questo atto di rottura il PD e i suoi esponenti locali rinunciano non tanto a una libera competizione tra pari ma a dare alle giovani generazioni l’esempio di che cosa sia la democrazia. Per questo il PSE e gli alleati avviano la campagna elettorale in autonomia in quanto rappresentanti della parte sana del centrosinistra cosentino.