«Solo perché ho preso posizione io, che sono espressione notoria della Coldiretti (da anni e con coerenza e senso di appartenenza), Talerico entra in argomento circa i 'trattori' con argomentazioni, palesemente posticce». È quanto afferma Vincenzo Speziali, componente della Direzione nazionale dell'Udc.

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«Ho letto - continua - la dichiarazione argomentata sino al dettaglio del consigliere regionale e catanzaresemente comunale, Antonello Talerico, circa la giusta protesta degli agricoltori, i quali hanno ricevuto il sostegno del mio Partito (non del suo!), visitandoli con l'On. Lorenzo Cesa, parimenti a come notiziato dagli organi di stampa, pure nazionali. Ben venga la presa di posizione del Talerico, solamente però avrebbe dovuto assumerla prima, poiché adesso è, certamente, configurabile alla stregua di una strumentalità effimera, financo palesata attraverso arzigogolamenti cincischianti di cui si fa portatore. Parla di cose che non gli sono attinenti, cercando di accreditarsi con nozionistica da propaganda, ma si vede lontano un miglio quanto il tema gli è avulso. Purtuttavia, è bene che vi siano più voci a favore e sostegno di tale comparto».

E ancora: «D’altronde, al solito suo, non accetta di non essere me, ovvero nipote di mio nonno, eletto più volte in Parlamento, poiché espressione della Coldiretti, come lo fu il compianto On. Ernesto Pucci, ed entrambi furono amici e sodali di un loro esimio collega, cioè l'On. Paolo Bonomi, fondatore della Coldiretti stessa. Io poi, si sa, sono amico dei loro discendenti nipoti, così come fraterno in amicizia con l'attuale presidente nazionale, il dottor. Ettore Prandini, figlio dell'On. Gianni Prandini, che ha rappresentato per me una figura paterna assieme ad Arnaldo Forlani, di cui fu 'braccio destro'. Ordunque se Talerico si interessa veramente a questo nostro comparto (lui sa che ho incarichi dirigenziali in seno alla mia associazione di categoria di cui vado fiero!), si faccia contattare dal sottoscritto, così gli organizzerò una seria sessione di suddetta problematica. A parlare siamo buoni tutti (principalmente se si hanno strutture regionali a lecita disposizione), poi la differenza la si vede sul da farsi».