Il consigliere regionale del gruppo misto: «Il Mef sostiene che non debbano considerarsi imprese. È un’enorme balla»
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«Il Decreto - Rilancio, per i professionisti esclusi, è un danno e una beffa. In fase di conversione in legge del decreto n. 34/2020 c’è da aspettarsi, grazie ad una folgorazione sulla strada della ragionevolezza e del diritto, una modifica che includa dai benefici a fondo perduto anche i professionisti». Per il consigliere regionale Francesco Pitaro (gruppo misto) «l’esclusione è l’evidenza di una disattenzione che non trova appigli tecnico-giuridici e dimostra una preoccupante inconsapevolezza della crisi che coinvolge una categoria fondamentale del sistema economico italiano».
E ancora: «Il rischio - come sostiene Marco Leonardi (consigliere del ministro Gualtieri) in una intervista al ‘Sole 24 Ore’ - di ‘dare soldi ai ricchi avvocati e notai con fatturati milionari’, non può ignorare la vasta platea di professionisti che durante il lockdown non hanno potuto lavorare. Per i professionisti - afferma Pitaro - ho proposto, senza fortuna purtroppo, in sede di discussione del bilancio della Regione, l’erogazione di somme a fondo perduto, considerato l’inequivocabile danno economico ad essi provocato, soprattutto in Calabria, dalle misure restrittive approvate dal Governo fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria».
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«L’idea del Mef e del ministro, secondo cui i professionisti vanno esclusi in quanto non ‘sono da considerare imprese’ è - concordo con Salvatore Saccà, già presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catanzaro e delegato provinciale Inarcassa, un’enorme balla. Soprattutto – conclude il consigliere regionale - un’ingiustizia palese, che, vista la legislazione europea e nazionale, è offensiva per la dignità dei professionisti e per la stessa intelligenza degli italiani».