«In un territorio dall’economia fragile e complessa come il nostro l’annuncio di un investimento di svariati milioni di euro che presuppone centinaia di posti di lavoro fra occupazione diretta e indotto dovrebbe essere valutato senza preconcetti e opposizioni di principio. Quello annunciato dal colosso Baker Hughes, che in Italia opera principalmente attraverso Nuovo Pignone, è probabilmente l’investimento più importante che abbia mai riguardato il Porto di Corigliano e che punta a renderlo un polo produttivo di avanguardia e trasporto via mare che potrebbe essere in grado di dare una vera svolta all’economia del territorio, creare posti di lavoro e combattere la disoccupazione. Si tratta di un’occasione che bisogna valutare accuratamente, pertanto tutte le figure istituzionali del territorio sono chiamate ad attenzionare gli aspetti critici, l’andamento del progetto e il suo impatto sul territorio». È quanto dichiara in una nota Pasqualina Straface, presidente della Terza Commissione regionale Sanità, Attività Sociali, Culturali e Formative.

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«Il presidente Occhiuto e l’assessore allo Sviluppo Economico Varì hanno incontrato i vertici della Baker Hughes e hanno potuto vagliare il piano industriale di una delle aziende leader mondiali nel settore delle infrastrutture energetiche che ha scelto di investire sul Porto di Corigliano - continua la Straface - per renderlo sede di insediamento industriale destinato alla produzione di componentistica e montaggio dei moduli industriali esportati in tutto il mondo per la produzione di energie alternative a supporto della transizione energetica. Un progetto certamente ambizioso che deve presupporre la tutela dell’ambiente e la salvaguardia di una vocazione del territorio come quella turistica. Tale insediamento nell’area portuale dovrà garantire inoltre ampia tutela ai pescatori e alla marineria, che è la più grande della Calabria».

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«Nel complesso si tratta di una grossa opportunità per Corigliano-Rossano e per il suo comprensorio che dimostra come la città sia divenuta attrattiva per gli investimenti industriali di grosso calibro. Se il progetto dovesse rivelarsi in linea con le aspettative, il tessuto economico e sociale non potrebbe che giovare di un’iniziativa di questo genere, che potrebbe in qualche misura arginare la sempre crescente emigrazione lavorativa dei nostri giovani e potrebbe richiamare ulteriori investimenti, incrementare l’indotto, dare una boccata di ossigeno a questo territorio che ha un grande bisogno di sviluppo, occupazione e crescita».