«Occorre uno sguardo laico e scevro da pregiudizi nell’ambito del dibattito pubblico circa l’opportunità di dar luogo ad un’opera strategica come il Ponte sullo Stretto». Così Ottavio De Luca, segretario nazionale e reggente Filca-Cisl Calabria. «Chi vi si oppone con argomentazioni integralistiche rivela spesso una cultura provinciale e angusta - continua De Luca - Parliamo di un’infrastruttura che non è solo il raccordo tra Calabria e Sicilia, ma, bensì, le trait d’union tra l’Italia intera e i mercati internazionali».

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Per il segretario nazionale e reggente Filca-Cisl Calabria «infatti, le relazioni commerciali si innervano lungo l’ampio spettro del globalismo. Parimenti fragile risulta il solito refrain secondo cui la priorità, sul piano dell’attenzione di governo, spetti alla rete viaria e ferroviaria del Sud: il Ponte trainerà inevitabilmente l’ammodernamento di queste ultime. L’opera, insomma - conclude il sindacalista - è materia che esorbita dal tradizionale provincialismo italico perché eleva il Mezzogiorno a latitudine di grande rilievo mondiale».