«Nella storia del diritto italiano, le ultime tre condanne capitali furono eseguite 77 anni fa. Quella pagina infame non è riuscita a macchiare la rispettabilità formale di un sistema che ha rigettato prima per il diritto comune e poi persino per il diritto penale militare l'irrogabilità della pena di morte». Così si legge in una nota degli organizzatori del dibattito che si terrà il 4 marzo all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

 

«De Nicola, gigante della Costituzione, tuttavia lì cedette a quel populismo penale che è così coessenziale alla nostra opinione pubblica da sempre: autori di strage, suvvia, ammazzateli! Il 4 marzo, in Università si dialogherà di “pena di morte” e di “morte per pena”. Un tema che interessa tutta la comunità civile, non solo quella dei giuristi e degli operatori del diritto. Perché a nessuno sia più negata la finestra sulla speranza», prosegue la nota.

A introdurre e presiedere i lavori, la professoressa Maria d’Arienzo dell’Università Federico II di Napoli. Con la moderazione del professor Domenico Bilotti dell’Umg. Interverrano il professor Giorgio Barone Adesi dell’Umg, il professor Antonio Cecere del Cesp Asterisque, il dottor Yassine Lafram, presidente Ucoii. Concluderà i lavori il professor Antonino Mantineo dell’Umg, responsabile del Centro di ricerca “Laboratorio di Storia giuridica ed economica.