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La nomina della nuova giunta regionale altro non è se non l’ennesimo commissariamento per la Calabria e per i suoi rappresentanti democraticamente e liberamente scelti dai cittadini attraverso il voto.
Dopo la sanità, il porto di Gioia Tauro, il dissesto idrogeologico, anche la composizione della squadra di governo regionale è stata decisa a tavolino nelle stanze del Nazareno a Roma senza alcuna concertazione con i territori ma usurpando di fatto le prerogative e le funzioni dei calabresi e di una classe politica che ne aveva conquistato la fiducia sul campo con credibilità e coerenza.
Quello che è avvenuto è la dimostrazione plastica e palese della reale volontà di continuare ad utilizzare la Calabria come una riserva di caccia utile solo a gestire e rafforzare posizioni di potere sulla pelle dei calabresi.