Il presidente del Comitato regionale per le comunicazioni risponde a un articolo di lacnews24.it non andando, però, al fulcro dell'articolo: la disposizione dell’Agcom che vieta ad esponenti di partiti politici di ricoprire l’incarico di componente del Corecom
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In merito all'articolo apparso sulla testata online dal titolo "Al Corecom prevista ondata di politici riciclati. Ma la legge non lo consente", in cui si fa riferimento alla mia elezione a presidente del Corecom Calabria, pur dandole atto della corretta attestazione di professionalità rivolta alla mia persona, mi corre l'obbligo di farle notare solo due aspetti relativi al mio impegno politico ed alla mia attività di esperto di comunicazione e pubblicista iscritto all'Albo dei Giornalisti e Pubblicisti della Calabria.
Sul piano dell'attività di pubblicista le segnalo che il mio primo articolo risale (Giornale di Calabria) al 1975 e le mie attività, di ricerca sociologica e pubblicazione di saggi inerenti, iniziano nel 1982 e sono facilmente riscontrabili nel mio Curriculum vitae, che lei ha correttamente messo in evidenza. Il riferimento al mio impegno nella campagna elettorale del 2014 anche questo credo meriti di essere ricontestualizzato. Il mio impegno politico è di ben altra data e di molti anni prima. Infatti risale al 1975 con l'iscrizione al Partito Socialista Italiano (Partito a cui sono ancora iscritto pur non svolgendo più alcuna attività e non avendo mai avuto incarichi di partito, un'iscrizione venuta dopo una pausa di circa 10 anni fatta in dissenso sulla "questione morale" con la Segreteria provinciale dell'epoca) e le mie candidature personali sono state ben tre, una alle comunali del 1998 a sostegno dell'allora eletto sindaco Italo Falcomatà, e due alle provinciali del 2001 e 2011 sempre con il Centrosinistra.
Sulla mia coerenza ed imparzialità in qualità di presidente del Corecom parlano gli atti, come le sanzioni per violazioni della par condicio formalizzate all'ex presidente della Regione Mario Oliverio e all'ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, oltre ad altri soggetti politici di schieramenti diversi. Tanto era dovuto per legge e tanto è stato fatto. Tutto ciò volevo segnalarle per desiderio di chiarezza, serenamente e senza alcuno spirito di polemica, mi creda, ma da uomo libero senza ne padroni ne padrini ci tengo che non ci siano ombre di alcun genere, neanche ipotetiche.
Cordiali saluti,
Dott. Pino Rotta, Presidente del Corecom Calabria
La controreplica di Alessia Bausone
Il Presidente Rotta ha fatto una “operazione verità” sul suo excursus politico e personale che, però, nessuno aveva messo in dubbio nell’articolo, anzi, si è dato atto (e lui stesso lo riconosce) di avere un curriculum di tutto rispetto nel campo della comunicazione.
Prendo atto che non viene contestato il fulcro dell’articolo, ossia la disposizione dell’Agcom che vieta ad esponenti di partiti politici di ricoprire l’incarico di componente del Corecom, anzi, il Presidente Rotta, ripercorrendo le sue candidature e le sue campagne elettorali (davanti e dietro le quinte), non fa che avallare l’assunto che il consiglio regionale della Calabria delle norme sull’incompatibilità se ne frega.
Senza dimenticare lo “spalleggiamento” del Presidente Rotta al collega segretario Frank Santacroce quando, nel giugno 2019, quest’ultimo pubblicamente quale esponente del partito Forza Italia (e contestualmente membro Corecom) attaccava una testata politica calabrese ed il suo editore.
I controllori della comunicazione calabrese dovrebbero essere spuri da queste dinamiche da sottobosco politico e confido che Domenico Tallini e i capigruppo in consiglio regionale decidano di percorrere una strada più in linea coi dettami normativi per le nomine dell’imminente futuro.