Così il primo cittadino in una nota: «Le nostre attività produttive sono in grave difficoltà, ulteriori restrizioni significherebbe morte certa»
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«L’ordinanza n° 43 del 17 maggio 2020 emanata dal Presidente di Regione Calabria, prevede che le attività produttive (tra cui bar e ristoranti) devono adottare delle misure di precauzioni atte a ridurre il rischio di contagio da coronavirus: tali misure sono state sottoscritte (linee di indirizzo) dalla Conferenza delle Regioni e quindi anche da Regione Calabria.
Il dipartimento di prevenzione Asp Cosenza, dal canto suo, ha invece emanato un documento con misure molto più restrittive, e cioè in netto contrasto con quanto accordato tra Stato e Regioni». È quanto scritto in una nota dal sindaco di Acri Pino Capalbo.
«Il Comune di Acri non adotterà alcuna ordinanza di recepimento dei provvedimenti auspicati da Asp Cosenza, attenendosi a quanto previsto dall’ordinanza regionale salvo diverse disposizioni da parte della stessa presidente Jole Santelli.
Le nostre attività produttive sono in grave difficoltà per quanto già sappiamo, ulteriori restrizioni significherebbe morte certa.
Come amministrazione, in questo recente trascorso, quando è stato necessario abbiamo adottato restrizioni per la tutela della salute pubblica; in questa nuova fase è fondamentale una sana presa di coscienza di quanto danno abbia già fatto il Covid, confidando tutti nella responsabilità di ciascuno di noi.
Come primo cittadino - conclude - ho il dovere di prendere decisioni: in questa emergenza dove spesso si è prodotta confusione (e si continua) siamo stati noi sindaci ad interpretare il meglio per le nostre comunità, con carichi di responsabilità non semplici da sopportare».