Il dirigente regionale Pd: «Perché i nostri compagni di partito, prima di pronunciare la parola scissione non riflettono sulle conseguenze che la stessa comporterà?»
Tutti gli articoli di Note stampa
PHOTO
«La fantasia non ha mai limiti, in risposta ad un insuccesso clamoroso ma altrettanto prevedibile, cosa si mette in campo? La paventata quanto mai certa scissione da parte di quei compagni militanti che, invece di rimboccarsi le maniche e raccogliere i cocci di una sconfitta dolorosa, alimentano divisioni che altro non portano che cattivi presaggi quali il ritorno all'opposizione, la delusione di quei giovani che incominciavano a vedere la luce infondo al tunnel, le speranze di quelle lavoratrici e lavoratori che speravano di concludere la loro lunga esperienza lavorativa con la tanto agognata pensione, l'amarezza dì quei genitori che credevano fosse arrivato il momento anche per il loro figliolo di potersi incontrare col lavoro.
Perché i nostri compagni di partito, prima di pronunciare la frase "SCISSIONE" non riflettono sulle conseguenze che la stessa comporterà, ancora oggi non sono state risanate le ferite provocate dalla scissione dei compagni di rifondazione, come non sono state rimarginate quelle lasciate dai compagni del PCDI ed adesso quelle del ricostituito P.C. I. che volente o nolente comporterà sicuramente una emorragia e in termini di consensi che andranno verso quel partito e in termini di dirigenti attivisti che comunque si sposteranno dal PD .
Ritengo inutile e dannoso l'atteggiamento sia di quelli che evocano la scissione sia di quanti fanno spallucce pensando che nulla accadrà o che comunque non si avranno defezioni di grossa portata. Chi fa finta di niente non dovrebbe stare alla guida di un partito che ancora e nonostante gli errori marchiani commessi gode della stima e del consenso di milioni di elettrici ed elettori.
Molti dei tantissimi no espressi in occasione del referendum del 4 dicembre ,erano di amici e compagni che sono rimasti nel PD ,che minimamente hanno simpatia e voglia di gettare alle ortiche tanti anni di sacrifici e di lotte per costruire una casa comune per tutta la sinistra. Bisogna fare tutti gli sforzi possibili e mettere in campo tutti gli argomenti che tendono ad unire una classe dirigente che ha la responsabilità di guidare un paese che tende verso lo sviluppo con grossi sacrifici sotto gli occhi di tutti .
Lasciamo praticare agli altri lo sport negativo del tanto peggio tanto meglio. Noi abbiamo la responsabilità di traghettare questo paese verso un futuro fatto di uguaglianza, giustizia, civiltà e lavoro».
Rodolfo Cuda, dirigente regionale Pd