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“Una legge che disciplini rigorosamente le attività lobbistiche. Strappando, in questo mondo in cui gravitano interessi enormi, il velo di Maya che impedisce di vederci chiaro. E non con proclami, ma con una legge. Perché i gruppi di pressione non sono categorie sociologiche, ma corposi interessi economici. S’intende evitare il condizionamento dei gruppi di pressione sull’attività istituzionale ed amministrativa della Regione. Ecco il punto chiave della legge”.
Mercoledì in prima Commissione, il consigliere regionale della Cdl Giuseppe Graziano (membro dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea) ha illustrato la sua proposta legislativa “che ha avuto - spiega - la condivisione unanime della seconda Commissione, del presidente Sergio e di tutti i componenti la Commissione, di maggioranza ed opposizione”. Terminato il dibattito, la proposta di legge sarà approvata nella prossima seduta della Commissione. Anche i colleghi dell’opposizione - argomenta Graziano – “hanno intuito la portata innovativa delle norme. La loro convergenza testimonia che in Calabria, sulle questioni d’interesse generale, si può agire insieme. Non è - puntualizza - una legge-manifesto, sia chiaro. La Calabria è accusata spesso di opacità e malaffare nella gestione della cosa pubblica. Ecco, una volta approvata questa legge, dimostreremo che anche qui c’è una buona politica che rompe col passato e cambia passo. L’azione di ricostruzione di un contesto di piena legalità riguarda maggioranza ed opposizione. Ed è quello che si sta per fare, approvando la legge, nella prossima seduta della Commissione e subito dopo in Aula”. Di cosa si tratta? Sostanzialmente dell’istituzione di un registro nel quale dovranno obbligatoriamente iscriversi i gruppi di interesse. Sono previste sanzioni per quanti violino le regole. Obiettivo: fare in modo che l’azione delle lobby sia svolta alla luce del sole. “La particolarità della proposta - chiosa Graziano - è creare una disciplina delle lobbying nell’intero assetto istituzionale regionale. Il provvedimento non è indirizzato solo all’organizzazione burocratica e degli uffici. Sarebbe riduttivo. L’intento è di ampliare la normativa sulla regolamentazione dei gruppi di interesse anche alla fase politico-istituzionale e, dunque, all’assetto del Consiglio regionale e delle sue articolazioni interne, alla Giunta e ai Dipartimenti regionali. Non solo. La proposta di legge include gli enti sub-regionali. Basti pensare agli interessi che gravitano attorno a settori come la sanità, l’ambiente, il lavoro, le imprese. Insomma - conclude il consigliere regionale - si gettano fasci di luce sulle influenze dei gruppi di pressione in tutti quei settori in cui si decidono le sorti della vita pubblica ed in cui vengono assunte decisioni molto delicate che influiscono sul futuro dei cittadini. Ecco perché è doveroso che in tutte queste sedi si operi con la massima trasparenza. Garantiremo gli interessi della Regione, gli interessi dei cittadini e la qualità della democrazia regionale”.