Il primo cittadino del comune dell'hinterland cosentino snocciola le negatività del progetto e chiede un passo indietro al governo regionale: «È un vero e proprio azzardo, giocato sulle vite dei cittadini»
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«Le regioni possono modificare, motu proprio, i confini comunali nei loro territori, sentite le popolazioni interessate. Ogni regione ha poi legiferato in modo da tener conto non solo della volontà dei cittadini nei singoli comuni ma anche delle determinazioni dei Consigli Comunali. Mai nessuna regione in Italia dal 1945 in avanti, comprese le due fusioni ultime in Calabria, ha estinto municipi senza le delibere di impulso per la fusione dei singoli Consigli Comunali. La Calabria con l’azione di forza che sta portando avanti sul tema delle fusioni è la prima regione ad ascrivere a se un primato negativo con conseguente cortocircuito istituzionale». È quanto scrive in una nota il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco.
«Quello delle fusioni è un argomento assai delicato che va affrontato con buon senso, contemperando le posizioni di tutte le parti in causa, nel solco dell'auspicato miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Dalle Regioni ci aspettiamo che prendano iniziative volte a far conoscere - spiega Greco - prima l'istituto della fusione per poi passare alla proposta. Si noti bene, alla proposta e non alla imposizione addirittura non tenendo conto delle volontà contrarie espresse ufficialmente dai consigli comunali interessati in merito alla proposta di fusione medesima. Le regioni potrebbero non attivarsi solo su impulso dei Comuni o dei cittadini ma, hanno l’obbligo istituzionale di relazionarsi con le istituzioni comunali democraticamente elette e attraverso piani regionali, analizzare le criticità dei territori e stimare scientificamente, i miglioramenti che fusioni mirate e ragionate, potrebbero apportare».
«La Regione Calabria nel caso del progetto di fusione tra Cosenza Rende e Castrolibero non si è assolutamente mossa - attacca Orlandino Greco - in questa direzione. Non ha coinvolto i consigli comunali. Non ha informato i cittadini e tantomeno li ha resi protagonisti. Non ha studiato il territorio individuando le criticità. Non ha approvato nessuno studio di fattibilità che certifichi le compatibilità economiche, finanziarie e urbanistiche dei comuni fusi. Non ha dato ai cittadini la possibilità di essere arbitri del loro futuro attraverso il referendum, anzi, li ha resi, di fatto, utili idioti. Non ha, come hanno fatto molte altre Regioni, valorizzato il referendum consultivo rendendolo di fatto vincolante».
«È emblematica la posizione dell’associazione Nazionale per le Fusioni tra Comuni che definisce l'azione della regione Calabria un pericoloso precedente che potenzialmente renderà le fusioni più difficili da realizzare. La fusione tra Cosenza Rende e Castrolibero è un vero e proprio azzardo, giocato sulle vite dei cittadini. Reiteriamo il nostro appello al buon senso, la Regione Calabria si fermi, e dia inizio ad un vero ed approfondito confronto di merito con tutti i soggetti coinvolti e con il supporto dei migliori tecnici della materia. Per prima cosa elimini l'assurda norma che ha reso il referendum una presa in giro per i cittadini di Castrolibero e Rende e poi appronti uno studio di fattibilità approfondito e dettagliato da tutti i punti di vista tale da mettere i cittadini - conclude - nelle condizioni di poter scegliere con rigore e consapevolezza».