Il presidente Alberto Statti sulla gestione della spazzatura in Calabria: «Sbagliato riproporre schemi passati. Santelli revochi l’ordinanza»
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«Siamo reduci da più di un ventennio di approssimazione, di perdite economiche, di singolari per non dire patetici approcci amministrativi ai problemi, di conseguenze per la salute dei cittadini e immani danni per il paesaggio e le potenzialità di una regione con un evidente quanto prezioso destino agricolo ed agroalimentare. La 'gestione' dei rifiuti in Calabria è infatti la plastica dimostrazione dell'assunto secondo cui in Italia 'nulla è più stabile del provvisorio' e francamente questo è il momento per dire basta rispetto a logiche che, sino ad ora, hanno sempre e solo privilegiato la soluzione più semplice, quello di scavare o ampliare buche e infilarci dentro quella che altrove viene considerata, gestita e fatta fruttare come una vera e propria risorsa».
È quanto afferma, in una nota, il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti che parla di assoluta contrarietà della sua organizzazione «all'approccio che caratterizza l'ultima ordinanza regionale che, di fatto, ripropone lo schema del passato e cioè una scelta emergenziale, la solita, condita dalla rassicurazione che è necessaria perché con il tempo a disposizione si allestiranno le soluzioni definitive».
«È un film già visto - sottolinea Statti - all'inizio era comico poi nel corso degli anni è divenuto tragico per i cittadini, per il paesaggio, per le potenzialità agricole della regione. Potrei sciorinare un lungo elenco di numeri, circostanze e luoghi che dimostrano infatti le follie di questi venti anni e la totale incapacità delle classi dirigenti che si sono succedute ma sarebbe completamente inutile perché non occorre certo spiegare ciò che è evidente e sotto gli occhi di tutti. Vorrei tuttavia segnalare solo alcuni aspetti. Rammento che a breve il piano gestione dei rifiuti per la Calabria dovrà essere reso aderente agli indirizzi europei che prevedono cose che altrove sono già patrimonio comune e cioè prevenzione dei rifiuti, raccolta differenziata, obiettivi di riciclaggio più ambiziosi, riduzione del numero di discariche».
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«Invece nel nostro Piano e soprattutto nell'ultima ordinanza - prosegue il presidente regionale di Confagricoltura - la prospettiva non è certo questa, nel Piano c'è l'obiettivo del 65 % di raccolta differenziata e ben 9 nuovi impianti pubblici di trattamento dei rifiuti, peccato che scelte, risorse e prospettive vincolanti in ambito europeo vadano in direzione opposta e cioè no all'apertura di nuove discariche, differenziazione e riuso dei rifiuti, discariche esistenti da bonificare. Ci raccontano di un sistema complesso da gestire e verrebbe voglia di urlare come sia possibile sostenere una tesi del genere in una regione che non raggiunge i due milioni di abitanti e peraltro con una densità abitativa suddivisa in poco più di 400 comuni e pari a 130 persone per kmq, la media nazionale è 200; per essere chiari, roba che nell'80% circa dei comuni calabresi non solo i rifiuti possono essere gestiti in assoluta normalità ma gli si può finanche dare un nome».
«E invece le soluzioni approntate - sostiene ancora Statti - vanno in direzione esattamente opposta con il paradosso di giungere a vere e proprie mostruosità logiche. Alla Presidente Jole Santelli esprimiamo, dunque, il nostro fermo dissenso e chiediamo di avere più coraggio, scelga pienamente una linea di rottura e ci avrà al suo fianco per lavorare a soluzioni che siano sostenibili, gestibili, realmente utili ai cittadini, ai comuni, alle imprese, all'immagine complessiva di una regione che non deve essere per forza e sempre l'ultima in Italia. Infine, e sommessamente, vorrei dire che le aziende agricolo offrono già esempi di assoluta virtuosità, sono diverse le aziende che hanno, con sacrifici ed investimenti, attivato impianti di trasformazione in biogas assorbendo e rendendo produttivi scarti alimentari, letame, avanzi di lavorazione».