I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria Sposato, Russo e Biondo: «Il settore sanitario venga affidato a mani competenti»
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I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria Sposato, Russo e Biondo chiedono al Governo di nominare immediatamente strutture necessarie ad affrontare l'emergenza Covid-19, con adeguate conoscenze e competenze in materia sanitaria. Nelle scorse ore il commissario Saverio Cotticelli ha formalizzato le dimissioni.
«Da diverso tempo – affermano in una nota congiunta i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, Sposato, Russo e Biondo – abbiamo manifestato le nostre riserve e perplessità sulla gestione della Sanità da parte dell’attuale struttura commissariale in Calabria. Avevamo chiesto più volte un confronto sul piano operativo della rete ospedaliera e della medicina del territorio e un piano delle assunzioni e stabilizzazioni per la carenza di oltre 4000 unità tra medici, infermieri ed altre figure professionali. Purtroppo ciò non è mai avvenuto. L’emergenza Covid-19 ha acutizzato l’emergenza sanitaria».
La Giunta regionale che all’origine ha assunto la catena di comando dell’emergenza e che di recente ha nominato un soggetto attuatore, «non è riuscita, assieme alla struttura commissariale e al dipartimento salute, a redigere un piano Covid, di fatto rendendo la nostra l’unica regione incapace di spendere le risorse assegnate dal Governo e ad individuare i 180 posti letto di terapia intensiva e sub-intensive necessari all’emergenza. Nelle more di individuare le responsabilità, alla luce della situazione determinatesi con le imbarazzanti dichiarazioni del commissario Cotticelli (oggi dimissionario) che ha ammesso che a tutt’oggi in Calabria non esiste un piano Covid, prefigurando una situazione fuori controllo, alla luce della incapacità del soggetto attuatore a determinare i reali flussi dei contagi, chiediamo al Governo di azzerare e nominare immediatamente, nelle more dell’ultimo decreto legge, tutte le strutture necessarie, che devono avere adeguate conoscenze e competenze in materia sanitaria».
«Le Confederazioni sono già a colloquio con il ministro Speranza perché intervenga rapidamente sulla situazione calabrese. Mentre si avvia un’altra fase nel commissariamento della Sanità calabrese sia per il piano di rientro, sia per la direzione di aziende sanitarie e ospedaliere - viene ribadito - diciamo con forza che la politica deve restare fuori dalla gestione. È necessario – lo ribadiamo – che tutto il settore sia nelle mani di persone competenti, affiancate da uffici altrettanto competenti che operino con decisione avendo come unico obiettivo la garanzia del diritto alla salute dei cittadini. E riguardo al deficit della Sanità calabrese, diciamo con altrettanta forza che ne sono responsabili anche i Governi che hanno nominato negli anni i commissari: perciò non può essere ripianato dai cittadini calabresi e occorre un intervento che azzeri il debito e assicuri la ripartenza».
«Sentiamo anche il dovere – proseguono segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – di rivolgere due appelli, in queste ore drammatiche in cui la Calabria è stata dichiarata “zona rossa” anche a causa di gravi inadempienze che dovranno certamente essere valutate da chi ne ha la competenza. Il primo appello è a non utilizzare la disperazione del nostro popolo e la piazza per finalità di bottega politica. Il soffiare sul fuoco senza offrire soluzioni e vie d’uscita ragionevoli e praticabili, in una situazione di pandemia, non risolve i problemi delle persone: le soluzioni vanno costruite nel confronto serrato con chi deve prendere decisioni condivise e non farle calare dall’alto. La protesta è sacrosanta, ma non deve essere manipolata e strumentalizzata, cavalcando l’esasperazione di chi è in difficoltà.
Il secondo appello – illustrano - è rivolto alla politica perché, a tutti i livelli, si smetta di litigare e si affrontino i problemi per quel che sono. La Sanità in Calabria ha bisogno, per i pazienti contagiati da Covid-19, di una medicina territoriale che funzioni, di strutture di ricovero e di posti di terapia intensiva realizzati ex novo, non riconvertiti da altri reparti che lascerebbero sguarnito il fronte della cura di altre patologie, dell’assunzione di personale sanitario che faccia funzionare le strutture. La Calabria – concludono Sposato, Russo e Biondo – non può più aspettare».