«Mentre il sindaco continua a giocare a fare l’improbabile assessore regionale alla sanità, non certo per indicare eventuali soluzioni ad emergenze ereditate da decenni di malgoverno ma per strumentalizzare disagi e problemi che in meno due anni il presidente Occhiuto sta affrontando con impegno e risultati senza precedenti, tutte le vere questioni aperte e direttamente connesse all’amministrazione di Corigliano-Rossano vengono o del tutto disattese oppure maltrattate in spregio alla trasparenza, alla correttezza e legalità ed alla stessa democrazia». È quanto dichiara il consigliere comunale Pasqualina Straface, definendo surreale il fatto che la stessa amministrazione comunale e la stessa maggioranza «che per bocca del suo sindaco si dicono estasiate dall’istituzione di due commissioni sul nuovo Tribunale e sulla nuova Provincia, due iniziative perfettamente inutili perché destinate a produrre solo aria fritta su temi la cui competenza spetta in toto ad altre istituzioni, non trovino però nessuna parola per spiegare l’ostinazione nel rifiuto categorico alla nostra proposta di istituire una commissione consiliare permanente di vigilanza, questa sì utile e competente in materia, per controllare in tempi veloci l’intera, opaca, sospetta e discutibile gestione dell’Esecutivo precedente ed attuale».

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«Da una parte, dunque - afferma Straface -, ci si esalta per la promozione delle chiacchiere al vento su argomenti sui quali le decisioni saranno eventualmente assunte altrove, in perfetta autonomia rispetto alla grandezza dei dibattiti locali. Dall’altra, si ha paura, non ci sono altre spiegazioni, di consentire ai consiglieri di leggere subito atti e documenti di spesa, anzi di spreco pubblico, spesso avallate da procedure irregolari ed illegittime, sulle quali continua a fondarsi la demagogia populista di questo sindaco. Perché di paura si tratta e non di altro, considerato il muro contro ogni accesso democratico e contro la trasparenza eretto e difeso a spada tratta da tutta la rete politica e burocratica a protezione dell’uomo solo al comando, che evidentemente fa comodo a tanti nell’appartato».

Straface spiega che come consiglieri di minoranza ci si è dovuti già rivolgere al prefetto due volte «per vederci riconosciuto il sacrosanto diritto ad avere semplice copia della documentazione pubblica relativa a diversi documenti di bilancio ed atti amministrativi».

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Continua Straface: «E mentre Stasi pensa di poter occuparsi di sanità regionale solo per tentare di distrarre l’opinione pubblica e continuare a trattare la macchina comunale come se fosse cosa e casa propria, lontana da controlli e da verifiche da parte anzi tutto delle minoranze, sulle principali questioni aperte e di interesse territoriale e regionale, la più grande città della Calabria continua ad essere ipotecata dalla linea isolazionista di un Esecutivo che persevera nell’arrogarsi l’inesistente diritto a decidere da solo e di rifiutare, senza confronto, senza dati, senza motivazioni fondate e senza interlocutorio, ogni ipotesi di investimento». Quindi il passaggio sulla questione Baker Hughes: «Dopo essersi trincerato dietro un ricorso ostinato, Stasi non ha proferito più parola nonostante molti di quanti appartengono al suo seguito siano contrari alle sue posizioni e favorevoli all’investimento. Ha imposto il silenzio a tutti perché anche in questa vicenda è rimasto il solo a non crederci, assumendosi la responsabilità di ipotecare il futuro di un’intera area. Restiamo in attesa di conoscere se e quando il solerte presidente del Consiglio comunale deciderà sulla nostra richiesta di un’assise ad hoc sulla vicenda Nuovo Pignone Baker Hughes. Perché – prosegue – tutta la Calabria in queste settimane parla delle opportunità legate a quello che potrebbe essere uno dei più importanti investimenti privati mai realizzati nel territorio della Sibaritide e della Calabria che però, purtroppo, si sta schiantando contro l’insipienza, l’arroganza ed i rifiuti ideologici di un sindaco che – conclude la Straface – continua colpevolmente a non informare la Città, tenuta letteralmente all’oscuro di tutto».

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