L'ex amministratore del centro della Sibaritide: «L’auspicio è che il primo cittadino in questi due anni che restano possa invertire la rotta e dare una sterzata decisionista capace di dare risposte e soluzioni alla popolazione»
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«Il marciapiede rimesso a nuovo; le panchine (anche quelle dal design e dalla fattura sofisticata che non serviva ritoccare!) riverniciate; il sottopasso, quello con vista sulle voragini nel manto stradale, ben imbiancato; il taglio dell’erba nei pressi della scuola, motivo di auto-esaltazione per l’assessore al ramo. Che miracolo! L’esecutivo Stasi fa passare ormai per interventi epocali, normalissime azioni di accennata ordinaria manutenzione, di competenza degli uffici, non dell’organo politico. Siamo a meno della normalità spacciata però per fonte di auto-elogio e magnificenza; siamo a meno dell’ordinario per un qualsiasi ente locale, ma fuori tempo massimo e che si vorrebbe far passare per straordinario».
È quanto denuncia Guglielmo Caputo, già vicesindaco e assessore al turismo della Città di Rossano, rappresentante di Fratelli d’Italia, facendosi interprete di quello «che ormai – aggiunge – emerge come un malcontento tanto spontaneo quanto diffuso su tutto il territorio comunale, rispetto a tre anni di sostanziale immobilismo e di totale assenza di una visione progettuale e programmatica degna della terza città della Calabria che si è stati chiamati a governare».
«Siamo ormai abituati – continua – alla pubblicazione sui social delle gesta del primo cittadino. Eppure quello che la cittadinanza democraticamente si aspetta non è un sindaco virtuale, ma realmente presente sui problemi, con soluzioni ed alternative concrete. Senza post a caccia di like! Questa Città grande e complessa aveva ed ha bisogno di un amministratore che incontra i cittadini, li riceve e rassicura. Invece succede – come è ormai noto a tutti – che per richiedere un incontro bisogna inviare una PEC alla quale però quasi masi seguirà un effettivo riscontro positivo».
«In corsa per una improbabile elezione a presidente della Provincia di Cosenza - prosegue Caputo -, dopo aver disatteso in questi anni ogni attenzione sulla cura ed il decoro della città, né essersi mai concentrato sulle grandi direzioni e scelte strategiche per il posizionamento regionale e lo sviluppo adeguato di Corigliano-Rossano, Stasi tenta oggi in extremis la carta del minimalismo da capo-condominio, ruolo che a dire il vero lo ha sempre affascinato (come non ricordare la foto pubblica alla guida dei camion della manutenzione!)».
«Dell’annunciata rivoluzione del Masaniello locale – prosegue Caputo – alla quale purtroppo hanno creduto in tantissimi non vi è mai stata traccia. L’unica rivoluzione alla quale stiamo assistendo è forse quella di Stasi su se stesso, deciso a passare alla storia locale per la vernice sui gradini o per la stragrande quantità di assunzioni nelle quali è impegnato; circostanza che potrebbe rappresentare anche una opportunità per la comunità, se non vi fossero più di un dubbio su gestione, modalità ed esito di qualche concorso».
«Attesa la sostanziale latitanza e lo svilimento della doverosa comunicazione istituzionale, non meriterebbe diciamo almeno un post su Facebook – prosegue l’ex amministratore – la situazione di degrado in cui versano i due centri storici o la situazione di scontento che serpeggia all’interno della macchina comunale, con dipendenti mortificati, sballottati da un ufficio ad un altro e viceversa senza una visione di comune unico; o, ancora, non meriterebbe almeno un post personale del sindaco il superamento dell’incubo della raccolta della spazzatura? Per non parlare delle determine da migliaia di euro bloccate negli uffici, con le tante ditte in attesa del pagamento? Questi sono post che non si trovano sulla bacheca social privata del Sindaco e che non ci saranno, semplicemente perché mancano volontà, passione, aspirazione e capacità di dare a questa grande Città le risposte e le occasioni di crescita e rafforzamento che merita».
«L’auspicio – conclude Caputo – è che il primo cittadino in questi due anni che restano possa invertire la rotta e dare una sterzata decisionista capace di dare risposte e soluzioni ad una popolazione che oggi pensa di essere caduta, con la fusione, dalla padella alla brace».