«I fatti sono ostinati. E in un mondo in cui gli aggettivi qualificativi si sprecano e ognuno rivendica la propria eccellenza, i fatti - e non le parole -  dimostrano in modo chiaro ed evidente il valore del Sant’Anna. E i fatti sono contenuti nel Piano Nazionale Esiti per il 2019 sviluppato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) per conto del ministero della Salute». Così in una nota il deputato dem Antonio Viscomi, sulla clinica privata di Catanzaro a rischio chiusura.

«Cardiochirurgia, ad esempio, si conferma tra le eccellenze italiane – spiega il parlamentare -, per il bypass aoc con 283 interventi con una mortalità a 30 gg del 0,66% contro il valore medio atteso nazionale del 2%. Anche per quanto attiene gli interventi sulle valvole, il risultato è stato molto buono con una mortalità media di 2.9% nonostante un incremento percentuale degli interventi in condizioni di emergenza/urgenza, dalla comorbilità associata (case mix 2.43) e dalla maggiore frequenza di interventi complessi con impianto di più protesi. Tali numeri confermano i risultati del 2017 con un trend in incremento circa il livello di qualità delle prestazioni cardiochirurgiche che passa dal 90,7% al 91,7%. E nel 2019 sono stati effettuati 805 interventi; 638 interventi cardiochirurgici in CEC, 166 con modalità off pump. Sono state inoltre eseguiti 21 interventi di impianto di endoprotesi. La sostituzione della valvola aortica è stata eseguita in 279 pazienti; quella della valvola mitrale in 247 pazienti; 448 pazienti hanno eseguito intervento di by-pass aortocoronarico».

«L’analisi congiunta del 2018 e del 2019 confermano la cardiochirurgia del Sant’Anna di Catanzaro tra le Eccellenze italiane – continua l’esponente del Partito democratico -, candidandosi come centro di riferimento dell’area Sud. Stando così le cose, chi può accettare l’idea di perdere un presidio sanitario di questo genere? Credo nessuno, tantomeno il Ministero della Sanità che ha assunto su di sé l’onere di affiancare la sanità regionale per il raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza. Queste sono le parole che mi sono sentito di inviare al Ministro della Sanità, senza le solite formalità della procedura parlamentare per chiedere attenzione nell’interesse dei lavoratori, dei pazienti, ma soprattutto dei cittadini. Perché senza sanità che funzioni – conclude Viscomi - è lo stesso diritto di cittadinanza ad essere messo in dubbio».