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«In Calabria il diritto alla salute non c'è, stiamo peggio del Burundi. Mancano 3.017 unità, tra medici e paramedici. Inoltre, per rispettare la normativa europea sui turni vanno assunti 1.298 sanitari». Lo afferma la deputata M5s Dalila Nesci, che in proposito ha trasmesso un esposto alla Procura di Catanzaro e interrogato il presidente del Consiglio e i ministri della Salute e dell'Economia, chiedendo nell'immediato le assunzioni necessarie oppure la fine del commissariamento, poiché inutile. «Questi sono – precisa la parlamentare 5 stelle – i dati ufficiali sul fabbisogno di personale sanitario, che i commissari Scura e Urbani hanno mandato lo scorso 21 giugno ai ministeri vigilanti. Nella relativa nota si sono poi compiaciuti, parlando perfino di “un processo virtuoso”». «Purtroppo – incalza la parlamentare – Scura e Urbani hanno perso ogni misura, mentre il governatore Oliverio recita a soggetto. I commissari hanno scritto che la sanità calabrese ha perso oltre 4.000 unità di personale, dall'inizio del piano di rientro. Ciò significa che il rientro si deve soprattutto alla mancata sostituzione dei pensionati, non a misure strutturali». «Scura e Urbani – conclude Nesci – hanno aggiunto che “Ia soluzione di assumere in modo flessibile 589 persone ci creerà non pochi problemi di reclutamento e di fatto nuovi precari”. Tuttavia, con il recente decreto numero 56 hanno autorizzato assunzioni fino al 31 ottobre, cioè per scarsi due mesi, visti i tempi burocratici. È un fallimento, anche per il silente e immobile Oliverio. Se non reagiranno i sindaci calabresi, cui invierò tali elementi, temo che in Calabria si somministrerà morte, non più sanità».