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"Questa volta non sarà possibile per Sindaco e Vicesindaco tirare in ballo le colpe di "chi c'era prima" (come se prima non ci fossero stati gli stessi occulti manovratori che ci sono adesso!), essendo evidenti, nella vicenda dell'aumento di capitale della Sacal, chiare ed inequivocabili responsabilità ascrivibili solo ed esclusivamente all'approssimazione e alla incompetenza amministrativa della giunta Mascaro. Per non dire d'altro. Iniziamo con l'osservare che la tanto sbandierata difesa della legalità, non ha impedito al rappresentante del Comune di Lamezia Terme nella Sacal, di votare contro le dimissioni di un CdA al centro di corpose indagini giudiziarie che ci auguriamo arrivino a far luce non solo sulle modalità di svolgimento di appalti milionari ma anche sulle promozioni e assunzioni clientelari che si sono attuate in prossimità di elezioni regionali e comunali. Siamo garantisti, tuonerà Mascaro. Lo siamo anche noi, ma ci si rende conto che se qualcuno degli odierni indagati ( componenti dell'attuale e dei precedenti organi societari) venisse malauguratamente condannato, i cittadini calabresi corrono il rischio di trovarsi un pregiudicato tra i maggiori azionisti della società che gestisce il primo aeroporto della regione e che gestirà nei prossimi 15 anni qualcosa come 500 milioni di euro di investimenti in gran parte pubblici? Ecco perché il rappresentante del Comune doveva votare per le dimissioni del CdA o, almeno, chiedere il rinvio delle operazioni di aumento di capitale che, tanto, era dovuto dal 2011 ma che, stranamente, viene fissato con urgenza adesso, dopo pochi mesi dall'avvio delle indagini e -sospettiamo- prima che arrivi qualche provvedimento della Procura della Repubblica. Ma, del resto, chi è il rappresentante del Comune in Sacal, quale il suo curriculum? Essere un importante imprenditore commerciale; essere amico fedele di Mascaro e suo sponsor elettorale; aspirare ad avere tra i propri clienti (se non li ha già) -come è legittimo che sia- tutti quei soci privati e pubblici che sono anche soci della Sacal e/o membri del CdA. Affari chiamano affari".
"E poi gli errori tecnici commessi dal Sindaco e dal vicesindaco suo difensore, non si contano più, ultimo solo in ordine di tempo, la boutade sulla colletta chiesta ai lametini. Una serie di errori tutti accomunati da un unico comun denominatore: fare l'esatto contrario degli interessi della città per evidente incapacità politica e amministrativa. All'interno della Sacal, infatti, il Sindaco è riuscito ad isolare politicamente la rappresentanza della città, appiattendosi acriticamente sulle posizioni del Sindaco Abramo, sappiamo quanto coinvolto direttamente e indirettamente nelle vicende della Sacal. Al contrario, avrebbe dovuto sollecitare un'intesa tra tutti gli altri enti pubblici territoriali perché lo statuto attuale della Sacal (se solo qualcuno lo avesse letto!!!) consentiva di porre un argine ad un aumento di capitale che finirebbe per consentire che la gestione della Società passi dalla mano pubblica a quella privata. Innanzitutto chiedendo di applicare l'art.6.5 dello Statuto che espressamente prevede che una quota delle azioni può essere, dall'assemblea, destinata all'azionariato diffuso, in caso di collocazione sul mercato. Questo sì avrebbe consentito quell'azionariato popolare di cui il vicesindaco ha appena negato la possibilità di realizzazione. E poi, proprio nel caso di aumento di capitale, l'art. 6.7 consente di riservare le nuovi azioni all'ingresso di nuovi enti locali vietando che a sottoscrivere l'aumento di capitale siano i soci privati. Così si sarebbe difesa la Sacal e la città di Lamezia, ma per far tanto l'amministrazione Mascaro avrebbe dovuto dimostrare competenza amministrativa, lungimiranza e capacità di aggregazione politica intorno alla città, doti che, però, pare le difettino. Ma siccome la giunta è guidata e infarcita da giuristi, è legittimo allora sospettare che il "non possiamo", nasconda un più colpevole "non vogliamo"? Queste erano le soluzioni pronte -più politiche-, gìà previste dallo Statuto in vigore, poi ce ne sarebbero numerose altre -più tecniche- che avrebbero richiesto però un minimo di studio e elaborazione, ne elenchiamo per brevità solo due: la creazione di una società di scopo patrimonializzata con le azioni della Sacal e magari delle altre partecipate, offrendo ai cittadini di Lamezia Terme la possibilità di sottoscrivere un numero contingentato di azioni; la sottoscrizione del nuovo capitale sociale attraverso la cessione diretta del controvalore di proprietà immobiliari, magari proprio nelle pertinenze dell'aeroporto. Caro Mascaro, caro Caglioti, come diceva Totò, non lo sapevano? Si informino !!!!".